Nell’ottobre 2017 il mio Labradoodle di 12 anni, Monty, è inciampato e si è fatto male alla gamba mentre camminava lungo la spiaggia vicino a dove viviamo nel Northumberland.
Quando siamo tornati a casa, l’ho fatto riposare per qualche giorno e, dato che in passato avevo usato l’omeopatia per curare fastidi minori, gli ho dato un po’ di Arnica e Rhus tox. Ma, dopo qualche giorno, la gamba anteriore destra di Monty non sembrava migliorare. Nel frattempo, avevo anche notato un gonfiore nella parte posteriore del ginocchio destro, vicino a una ghiandola linfatica, il che ha fatto scattare in me un campanello d’allarme.
Ho portato quindi Monty dal veterinario che gli ha fatto una biopsia e gli ha prescritto un antidolorifico consigliandoci di farlo riposare.
La settimana seguente, Monty era ancora incapace di camminare senza zoppicare, così siamo tornati dal veterinario. Questa volta ha aumentato le medicine di Monty e gli ha prescritto un altro antidolorifico. Lo ha anche prenotato per delle radiografie perché sospettava che Monty potesse essersi scheggiato un osso nella caduta. Ha detto che se i raggi X avessero mostrato un osso scheggiato, lo avrebbe rimosso immediatamente mentre Monty era sotto anestesia.
Eravamo abbastanza fiduciosi che non fosse niente di serio, ma più tardi quel giorno abbiamo ricevuto una chiamata del veterinario che voleva vederci. Quando siamo arrivati all’ambulatorio, ha sganciato la bomba: Monty aveva in realtà un tipo di cancro alle ossa chiamato osteosarcoma e l’estremità distale del suo radio era fratturata. Ci diede due opzioni: cure palliative, che gli avrebbero dato un mese, tre se eravamo fortunati, o un’amputazione che poteva prolungare la sua vita di 3-6 mesi. Ci disse di pensarci durante il fine settimana.
Un approccio diverso
Appena siamo tornati a casa, ho iniziato a fare ricerche sull’osteosarcoma e sulle opzioni di trattamento alternative. Siccome ho praticato in passato Mioterapia Galen per Monty – terapia di massaggio che promuove la salute e tratta il dolore muscolare cronico nei cani – ho una rete di amici esperti canini, così li ho contattati per vedere cosa pensavano.
Uno di questi era la meravigliosa dottoressa Sue Armstrong, veterinaria e omeopata. Ero stata ad una delle sue conferenze qualche mese prima della caduta di Monty, dove stava discutendo il suo libro, Cancer in Animals. Così, lei è stata la destinataria della mia prima chiamata. Mi ha richiamato la domenica, a quel punto mi ero praticamente rassegnata ad andare avanti con l’amputazione. Sue ha confermato che questa era l’opzione migliore: il fatto che l’osso fosse rotto significava che non c’era alcuna speranza che potesse guarire. Ci raccomandò di amputare la gamba di Monty il prima possibile.
Monty ha ancora voglia di vivere
A questo punto, eravamo sicuri di essere sulla strada giusta e che procedere con l’amputazione sarebbe stato abbastanza semplice. Tuttavia, quando ho chiamato il veterinario il lunedì per comunicargli la nostra decisione, sembrava molto dubbioso. Sono stata ferma, però, e gli ho detto: “Questa è la nostra unica speranza – è il mio cane e so che non è ancora pronto per andarsene”.
Due giorni dopo, ho portato Monty per l’intervento, ma quando siamo arrivati uno dei veterinari mi ha chiesto se potesse parlare con me. Disse: “Tre di noi hanno guardato queste radiografie e stiamo mettendo in dubbio l’etica di fare l’operazione, perché è un cancro molto aggressivo”.
Avevo passato tutto il fine settimana a documentarmi sugli osteosarcomi, quindi ero consapevole che era aggressivo, ma sapevo in cuor mio che Monty avrebbe voluto che gli dessimo una possibilità. Potevo vedere che si portava come un cane con tre zampe e che non portava peso su quell’arto da almeno un mese. Le dissi: “Guarda questo cane e dimmi che è pronto ad andarsene. Se si stesse ritirando dalla vita, non staremmo facendo questa conversazione”.
Ma, nonostante la nostra conversazione, un altro veterinario ha continuato a mettere in dubbio la nostra decisione, dicendo: “È un cane vecchio, è un cane grande, ed è un arto anteriore”. Poi ha tirato fuori i suoi libri di testo e ha iniziato a mostrarmi statistiche e fosche previsioni. Continuò a dire che probabilmente il cancro si era già diffuso ai polmoni e che avremmo dovuto fare una TAC.
Era la prima volta che ci veniva data questa informazione perché il veterinario che aveva diagnosticato Monty ci aveva detto che non si era diffuso. Naturalmente non volevo che venisse operato se non aveva alcuna possibilità realistica di sopravvivenza.
La scena di affiancare l’omeopatia alla chirurgia
Un po’ più tardi, la clinica a cui eravamo stati indirizzati per la TAC chiamò e mi chiese di portare Monty da loro il più presto possibile. L’accoglienza che ricevemmo fu completamente diversa. La veterinaria è stata adorabile; mi ha detto: “Sì, può avere 12 anni e può essere un cane grande. Ma non è in sovrappeso e ha ancora tre buoni arti. Non vedo alcun motivo per cui non dovrebbe subire l’amputazione, sempre che i suoi polmoni siano puliti”.
Monty andò a fare la TAC nel pomeriggio, e io tornai a casa sentendomi molto più tranquilla. Poco dopo, la veterinaria ha chiamato e ha detto che i suoi polmoni erano puliti e che era pronta a procedere con l’amputazione se eravamo convinti di farlo. Ho chiamato verso le 8 di sera, aspettandomi che mi dicesse che stava bene, ma è andata ancora meglio – ha detto che era uscito per andare in bagno e che aveva persino bevuto. Era una notizia meravigliosa!
Nel frattempo, ci siamo tenuti in contatto con Sue e l’abbiamo aggiornata sui progressi di Monty. Una volta che Monty fu a casa, Sue ci consigliò di dargli il rimedio omeopatico Staphysagria per tre giorni, e Hypericum per 10 giorni, oltre agli antidolorifici che i veterinari avevano prescritto. Dopo due settimane, abbiamo portato Monty a togliere i suoi 26 punti metallici. La sua ferita era guarita meravigliosamente e il pelo aveva già iniziato a ricrescere.
Dopo 10 giorni, Sue ci consigliò di continuare con Staphysagria una volta alla settimana, e un mese dopo ci prescrisse anche Lycopodium, che abbiamo dato a Monty ogni due settimane. Circa tre mesi dopo la sua amputazione, Sue ridusse la Staphysagria a quindici giorni e aggiunse una singola dose di Carcinosinum. Una volta che fu chiaro che aveva superato la finestra di potenziale diffusione, la Staphysagria fu interrotta, ma Monty prende ancora Lycopodium mensilmente e Carcinosinum ogni due mesi.
Sue ci ha anche dato consigli sulla dieta, che consisteva nel mantenere Monty principalmente con un’alimentazione base di cibo naturale (per mantenere basso il carico chimico), così come gli integratori alimentari, tra cui il fungo Reishi e l’Astragalus.
Un recupero lento e costante favorito dal rimedio omeopatico
L’altra persona che ha avuto un ruolo importante nella guarigione di Monty è stata la dottoressa Isla Fishburn, una professionista del benessere canino che è anche una buona amica. L’ho contattata quel primo fine settimana, e lei è venuta e ha fatto un po’ di guarigione energetica con Monty, così come un po’ di lavoro con oli essenziali e zoofarmacognosia (la capacità innata degli animali di auto-medicarsi usando piante e altri rimedi naturali).
Appena due settimane dopo l’amputazione, Monty era di nuovo sulla spiaggia a godersi la vita. Allora pensavo: se avremo altri sei mesi buoni con lui, sarò felice. Ma ora sono passati quasi tre anni dalla sua diagnosi, il che è miracoloso. È incredibile, ed è un’ispirazione assoluta per così tante persone. Abbiamo un passeggino per lui, così possiamo ancora portarlo fuori per lunghe passeggiate; salta dentro e fuori quando ne ha bisogno. Finché è felice, faremo tutto il possibile per farlo continuare così.
Sono così contenta che Monty sia ancora insieme a noi – è una benedizione ogni giorno. La mia esperienza con l’Omeopatia è stata meravigliosa e lo ripeterò sempre a tutti, ogni volta che ne avrò l’occasione.
Tratto da: HOMEOPATHY UK
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