Il glutine e il grillo

10 Aprile, 2023
Tempo di lettura: 5 minuti

In Francia le informazioni viaggiano con maggior chiarezza sui canali della satira rispetto ai media informali. In Italia, dopo la soppressione di Luttazzi, la deviazione di Beppe Grillo e il pensionamento della Gialappa’s, la satira è estinta o confinata ai monologhi di Crozza e poco altro.

Il giornale satirico e d’inchiesta francese Le Canard Enchaîné (l’oca incatenata e ingozzata), qualche tempo fa si è posto un quesito alimentare: cosa hanno in comune un insaccato, uno yogurt, una birra, una baguette, un bastoncino di pesce, un barattolo di gelato, una salsiccia e una torta?

L’industria agro alimentare cerca in tutti i modi di controllare la cultura del cibo e depistare quanto glutine viene aggiunto ai prodotti derivati dal frumento. Il glutine è il super-attack dell’industria alimentare, non si usa solo per dare pastosità e volume ai prodotti da forno, ma per legare salse, agglomerare le proteine di pesce o carne ecc. Solo in Francia ogni anno l’industria dell’amido produce 170mila tonnellate di glutine.

Ibridi che brividi

Ma il danno più evidente viene generato dalle varietà selezionate geneticamente del grano per generare rese elevate. Gli ibridi che si commercializzano e si consumano hanno il 12% di glutine, rispetto al 7% delle varietà di frumento tradizionali dell’inizio del secolo scorso.

Vediamo che il glutine è etichettato come coadiuvante tecnologico e non come additivo. Sembra un sofismo merceologico ma con questa diciture si esclude un limite normativo sulla quantità che può essere aggiunta.

Questo è un modo in cui l’industria controlla il prodotto attraverso le istituzioni preposte, ma il punto più rilevante è che un frumento ibridato cresce troppo rapidamente, non assorbe abbastanza luce solare, non assimila le necessarie sostanze dal terreno e non sviluppa i principi nutritivi che rendono un cibo commestibile e metabolicamente assimilabile ovvero sano. Senza parlare di glifosato, essiccanti, antimuffa, ecc.  Sappiamo che le farine raffinate sono povere di minerali, vitamine ecc., e pertanto vengono “arricchite” con un gran numero di additivi. Un vero disastro per il nostro metabolismo che sta progressivamente peggiorando e concorrendo a produrre malattie autoimmuni, intolleranze, allergie, tumori, e purtroppo, molte altre.

Il grano

Il frumento comune è il terzo cereale più prodotto nel mondo, dopo mais e riso, con 700 milioni di tonnellate ogni anno. Il suo contenuto proteico è superiore a quello di mais e riso, per questo è considerato la più importante fonte di proteine vegetali del mondo.

Questa corsa a considerare le proteine come un valore aggiunto al cibo vegetale può avere un  senso nei casi ci sia un deficit nutrizionale, il che non è certo presente in gran parte del mondo occidentale. Anzi un eccesso di proteine non è certo auspicabile anche se il metabolismo non funziona nello stesso modo per tutti.  In ambito umano una tipica conseguenza di una dieta con eccessi alimentari proteici è l’osteoporosi che colpisce tipicamente la popolazione “addicted” all’eccesso calorico.

Nel mondo animale occorre rispettare la tipologia metabolica e anatomica della specie. I felini non prediligono certo l’erba così come i bovini non si nutrono di gazzelle.

Proteine animali

Nell’alimentazione di bovini e ovini l’uso di proteine ​​animali trasformate (PAP) ricavate da carcasse di mammiferi, era stato vietato dall’UE nel 1994, per aver generato una patologia nota come “mucca pazza” (tecnicamente detta BSE, o encefalopatia spongiforme bovina).

Nonostante le evidenze devastanti di questo abnorme sistema di nutrizione, la UE ha recentemente revocato il divieto di usare negli allevamenti, mangimi con proteine animali.

La Commissione europea ha informato i deputati che non ci sono rischi per la salute nel consentire la somministrazione di PAP di suini e insetti al pollame, o di usare PAP di pollo nei mangimi per maiali, mentre rimarrà in vigore il divieto di utilizzare proteine animali trasformate nei mangimi per mucche e pecore. L’industria agro-alimentare ringrazia e tira un sospiro di sollievo. In attesa della gallina folle e del maialino delirante rilancia con gli insetti veraci.

Ma c’è insetto e insetto

Se nel mondo 2 miliardi di persone consumano più di 1900 specie di insetti una ragione ci sarà. L’elenco degli insetti commestibili è molto più lungo di quanto ci possiamo immaginare: larve, cimici, formiche, cavallette, coleotteri, scarafaggi, vespe, calabroni e molte altre specie occupano già un posto di rilievo nelle cucine di molte parti del mondo.

In Africa, in Cina, in Vietnam e in Giappone, (dove c’è la tradizione del calabrone mangiato in varie forme) l’industria degli insetti commestibili va a gonfie vele, con molte nuove aziende che offrono polveri di insetti, farine, snack e infusi.

E perché nell’Europa del Melting Pot no?

Era stato annunciato, e ora il via libera alla farina di grilli diventa realtà. L’Unione Europea ha adottato un nuovo regolamento, in vigore dal 24 gennaio 2023, in cui dà l’ok all’immissione in commercio in tutto il territorio dell’Unione del cosiddetto Acheta domesticus (grillo domestico), “parzialmente sgrassato”, si legge nel documento ufficiale.

Ma perchè proprio il grillo? Sembra che la farina di grillo risulti essere il prodotto più camuffabile all’interno di dolci, pane o biscotti,

E in Italia?

In Italia c’è molta resistenza. Secondo un sondaggio della Coldiretti, solo il 24% degli italiani è favorevole alla commercializzazione della farina di grilli, mentre il 54% è contrario.

Se consideriamo una prospettiva di sostenibilità e di salute, gli insetti sono decisamente meglio della carne, così dicono gli esperti. La produzione di proteine ​​di insetti utilizza meno acqua, terra ed energia rispetto a qualsiasi proteina derivata dal bestiame.

Il consumatore può anche produrre in proprio, mettersi i tappi alle orecchie e fare allevamenti di grilli nel proprio terreno.

Abbiamo anche un testimonial di rilievo. L’astronauta Samantha Cristoforetti, in uno dei suoi iconici video su TikTok dalla Stazione Spaziale Internazionale, mangia fluttuando nel vuoto uno snack di “grillo al mirtillo”. Mastica con gusto affermando che “è buono per te e per il pianeta”.

La farina prodotta a partire dai grilli dal punto di vista sanitario è ineccepibile: non ci sono organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti, idrocarburi.  Adattissima per le merendine dei nostri bambini.

A scuola invece della frutta o del panino della mamma, una bella barretta energetica grillo plus.

Attenzione però, è stato appurato che chi soffre di allergia agli scarafaggi “può reagire anche ai grilli”, per via della condivisione di proteine simili.

Va bene faremo prima la prova con lo scarrafone. Non c’è tanto da essere schizzinosi.

Fantacronaca

Il sig. Jonathan Acosta di nazionalità boliviana, non lo è stato per niente ed è sopravvissuto proprio per questo. Ritrovato dalle squadre di soccorso dopo essersi perso nella giungla per quasi un mese, Acosta, un coltivatore di cacao di 30 anni, si era smarrito mentre era a caccia con i suoi amici nella giungla di Baures-Beni. In lacrime, Acosta ha raccontato ai giornalisti la sua esperienza incredibile. Si è nutrito per un mese solo di insetti e vermi che gli hanno salvato la vita.

Ma adesso è in via di sperimentazione un nuovo sistema alimentare: non c’è neanche bisogno di fare la spesa e il cibo arriva direttamente dall’alto. Altro che manna, per ora è appetibile solo ai volatili e a poche altre specie, ma siamo solo nella fase A. L’umano che è pigro per natura, una volta adattatosi ai nuovi superfood, potrà usufruire, per ora gratuitamente, del cibo cosmico.

La Cina all’avanguardia su tutto lo sta già sperimentando. Per ora una pioggia di vermi sta invadendo Pechino. Le autorità forniscono una spiegazione scientifica fenomenologia ma consigliano di ripararsi con l’ombrello in attesa che il sistema venga perfezionato.

 

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