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Evoluzione e fine di una pandemia
10 Febbraio, 2022

Evoluzione e fine di una pandemia

RedazioneRedazione
Anthony Fauci ha spiegato i 5 passaggi che hanno caratterizzato tutte le pandemia della storia

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Dovevano essere pochi mesi, poi un anno, poi due. L’evoluzione di questa pandemia ha sconfessato anche le previsioni più autorevoli. E anche sulla fine, che tutti aspettiamo speranzosi, non c’è alcuna certezza nell’ambito della comunità scientifica. Le varianti che si sono susseguite hanno fatto cadere uno dopo l’altro i muri che avevamo diretto a nostra difesa. Prima l’immunità di gregge, poi i vaccini si sono rivelati inefficaci a fermare il contagio. Ora però, proprio nel momento in cui in tutto l’emisfero boreale i contagi quotidiani sono più numerosi che mai, pare che qualcosa possa cambiare. L’elevata contagiosità di Omicron (e ancor di più di Omicron 2), abbinata alla sua minore gravità, potrebbero essere il preludio della fine dell’emergenza. Ma quali sono le fasi evolutive di una pandemia?

Evoluzione e fine di una pandemia

Anthony Fauci, immunologo di fama mondiale e secondo molti massimo esperto di malattie infettive, ha parlato di questo aspetto durante una diretta streaming al World Economic Forum. Secondo Fauci le pandemie consistono di 5 diverse fasi che caratterizzano il loro sviluppo. Noi, purtroppo siamo ancora alla prima fase, quella di maggior impatto sulla popolazione, ma potremmo essere vicini alla seconda fase, quella di graduale riduzione dell’incidenza. Ecco i 5 passaggi pandemici secondo l’immunologo statunitense.

1 – Pandemia attiva

È la fase in cui un virus o un batterio nuovo fa la sua comparsa. Dal momento che il sistema immunitario umano non ha mai dovuto affrontare questa nuova minaccia, non è in grado di sviluppare anticorpi specifici. Per questo motivo il nostro organismo è molto vulnerabile: la probabilità che l’impatto sulla nostra salute, e sul sistema sanitario in generale, sia forte è molto alta. Così è stato per il virus Sars-Cov-2.

2 – Decelerazione

In questa fase, che si spera sia quella a cui ci stiamo avvicinando velocemente, la popolazione comincia ad avere un alto grado di protezione. I sistemi immunitari, attraverso i vaccini o contagi precedenti, conoscono il virus e nella maggior parte dei casi sono in grado di affrontarlo.

3 – Controllo

Nella terza fase la circolazione dell’agente patogeno è ancora molto elevata, ma il suo impatto sulla salute pubblica è molto limitato. Un buon esempio può essere la normale influenza stagionale, che nonostante conti molti milioni di casi all’anno fa poche decine di migliaia di vittime. Per quanto il numero possa sembrare elevato, relazionato alla popolazione mondiale è in realtà un numero molto basso.

4 -Eliminazione

Un virus si considera eliminato – ma non ancora eradicato – quando non viene rilevata per almeno tre anni in una determinata area geografica, come avvenuto per la poliomelite in Europa a partire dal 2001. Il virus non viene ancora considerato eradicato perché potrebbe continuare a circolare tra gli animali, o essere ancora presente in determinati ambienti. Potrebbe sempre tornare attivo, inoltre, se portato da un’area geografica diversa dove è ancora presente.

5 – Eradicazione

L’eradicazione mette la parola fine – davvero – alla pandemia. Il virus è stato completamente cancellato, e questo porta non solo alla scomparsa della malattia, ma a quella dell’infezione vera e propria. Purtroppo, però, l’unica infezione che siamo riusciti ad eradicare del tutto è quella del vaiolo. E questo per una concomitanza di fattori: un RO basso e un’efficacia dei vaccini molto elevata contro le infezioni. Nessuna delle due condizioni però sussiste nel caso di Omicron. La sua eradicazione resta, perciò al momento, un’illusione.

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