Pandemia e verità

Immagini di Enzo Barrena
11 Luglio, 2021
Tempo di lettura: 2 minuti

E’ cambiata la percezione della verità durante la pandemia?

Teorie negazioniste e complottiste si sono rivelate infondate. Ma anche gli esperti a supporto della politica hanno mostrato, dietro un metodo apparentemente trasparente e convincente, un uso fragile e incerto di numeri e statistiche.

Intanto si riaffaccia l’ipotesi, inizialmente bollata come antiscientifica, di un’origine artificiale del virus, di una sua possibile fuga da un laboratorio. La valutazione dei rapporti costi-benefici delle misure prese, non può che sfiorare appena la vita vera . Le decisioni politiche corrono sul filo di dati scientifici più o meno evidenti, ma comunque le nostre scelte di vita si fondano anche su altro.

Il pluralismo è ciò che solo può tenere insieme regole condivise e opinioni contrarie, la verità di chi esercita potere ed il potere di decidere di se stessi. I protocolli possono avere una loro utilità, ma sarebbe deleterio imporli come sempre validi. L’eccezione alla regola può essere una scelta etica.

Un medico omeopatico sa quanto sia importante che una terapia poggi su un metodo scientifico, sulla sperimentazione, sull’osservazione, su ipotesi verificabili. Ma sa anche quanto un atteggiamento pseudoscientifico può essere, in nome della presunta scienza, limitato, chiuso e pregiudizievole. 

Cito da Richard Feynman (Il piacere di scoprire, 2002), scienziato brillante, aperto, eclettico, irriverente: “Grazie al successo della scienza, è nata una sorta di pseudoscienza. I suoi cultori… seguono protocolli, raccolgono dati, si agitano molto, ma non hanno ancora trovato nessuna legge, non hanno scoperto nulla… In ogni campo abbiamo esperti che passano per scienziati”.

“Il mio personale interesse per la scienza riguarda solo la possibilità di scoprire cose sul mondo, e più scopro, più aumenta il piacere della scoperta”. Dopo la pandemia, più che di una lobby di esperti, è di questa scienza che abbiamo bisogno. “Penso che sia molto più interessante vivere senza sapere, piuttosto che avere risposte che potrebbero essere sbagliate”. Il piacere della scoperta di chi non ha la pretesa di conoscere ogni cosa, piuttosto che l’arroganza di chi parla e scrive di cose che non conosce.   

2 Commenti

  1. Vorrei capire meglio cosa si intende quando si scrive: Teorie negazioniste e complottiste si sono rivelate infondate. Vorrei conoscere le fonti da cui scaturiscono queste conclusioni, quali complotti e quali negazioni siano in gioco, chi può essere nella posizione di decidere chi o cosa sia dentro o fuori da un complotto, sulla base di cosa ( fonti non opinioni) sono fondate o infondate tali teorie. Grazie

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    • Penso che l’autore volesse significare che quando ci si divide in squadre contrapposte e non si cerca una soluzione comune ma il semplice annientamento dell’avversario, i risultati penalizzano il bene comune, da qualunque parte vogliamo guardarla. La logica “io sto da una parte e devo combattere il mio avversario per avere ragione di lui”, danneggia tutti. Solo uscendo da questa contrapposizione possono emergere i tentativi di oscurare la realtà, operati in un senso o in quello opposto.

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