Hyosciamus niger e il suo cammino

18 Novembre, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

Stiamo camminando da tanto, avremo percorso oggi già 15-20-25 Km, non lo so più quanti, senza mai sostare, senza mai fermarsi, e da bere sempre camminando. Anche da mangiare, sempre camminando.

In realtà sono giorni che camminiamo, andiamo diritti dove ci porta lo slancio che ci accomunò in questa impresa tanti mesi fa.

Sono giorni però che non parliamo quasi più, solo cenni e occhiate che dicono andiamo avanti, mentre io però comincio a essere troppo stanco, sento di non farcela, questa storia è superiore per me. È questa la verità, e così sia.

Chiariamo.

Non vi parlo da un giallo e infuocato deserto africano, né da una montagna ad alta quota, incantata e aspra diretti ad un rifugio, né dalle infinite avenue, quinta, sesta, decima, di Manhattan, così lunghe e piane da perdere il senno e il sonno.

Vi parlo di un cammino di fede, che proprio nel cammino trova il suo essere.

Sì certo sono le gambe, le braccia, i polmoni, gli occhi, tutto il nostro corpo che si muove, raggiungendo e occupando con un passo lo spazio di aria di fronte a noi, ma il cammino a cui mi riferisco ora, è quell’andare lento dei nostri pensieri, costante, cadenzato, silenzioso, in sincrono con quello dell’andare.

Oddio, non sento più le gambe né i piedi, né me stesso, sono esausto, vorrei fermarmi,  fermarmi e non alzarmi più. 

Ma il mio compagno di viaggio non ammette soste lunghe, né di giorno né di notte, massimo tre ore, e poi riprendere a camminare soltanto, quello conta. Arrivare presto, arrivare prima, arrivare lì “dove i nostri alter ego ci aspettano”, diceva sempre.

Finalmente sostiamo, io steso “a 4 di bastoni”, sul ciglio, lui ancora in piedi, poi senza fretta si accovaccia appoggiandosi ai gomiti.

“Questo cammino ci redime, ci purifica, ci esalta! È la cosa più giusta in questa vita che potevamo fare!”.

Mi fermo qui, perchè il farmaco omeopatico da prescrivere al camminatore folle, può essere solo Hyosciamus niger che fu prescritto alla 6K-MK capsule potenziate, e assunto regolarmente per una capsula al dì a digiuno per trenta giorni.

La soluzione in Omeopatia è sempre “a portata di mano”, ma la difficoltà è quella che il soggetto, è solo lui, possa reperirla in una farmacia. Perde tempo, traccheggia, a volte sospettoso. 

Dobbiamo  superare tutto questo solo con spiegazioni esaustive che in un rapporto medico omeopata-paziente non può mai mancare.

Siamo arrivati, 800 km che valgono tutto.

Il Santuario è di fronte a noi !

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