Stai disteso sopra la sottile sporgenza di terra che sovrasta un tranquillo fiume di montagna. Da poco tempo hai messo sotto la lingua quei pochi granuli omeopatici e attendi, con qualche apprensione, gli effetti promessi. Cerchi di annullare l’ansia, liberando la mente, così come io ti ho insegnato. Dal tuo cuore senti nascere una nuova vita.
Però io non ti avevo detto di sdraiarti sopra una pietra friabile. Infatti, senza alcun preavviso, il terreno cede e tu precipiti rovinosamente lungo il pendio. Finisci dentro il fiume. Il tuo corpo, sporco di terra e di fango, riemerge dall’acqua cristallina. Tu apri gli occhi e ti accorgi che il rimedio sta facendo effetto. Ti muovi e non hai più gli insopportabili gesti involontari del corpo o i devastanti tic facciali. Parli e non ripeti la stessa parola, più e più volte, prima di riuscire a pronunciare quella successiva.
Potresti avere un futuro diverso e saresti una persona felice. Parlo al condizionale poiché credo che tu stia trascurando un fattore importante. Non mi dai retta. Queste nuove sensazioni ti esaltano e ti impediscono di prestare attenzione alle mie perplessità. Eppure anche il tuo disturbo dell’attenzione si è dissolto e con esso se n’è andato il malessere ossessivo – compulsivo che ti ha frustrato per anni.
Al posto delle crisi di collera senti soltanto desideri d’amore. Non voglio sembrarti monotono, però ti ripeto che stai trascurando un fattore importante. Quindi non ti stupire se continuo a ripeterlo. Ti guardi attorno e, finalmente, comprendi a cosa alludo. Non imprechi. Non articoli parole oscene, come avresti fatto un tempo, mentre l’acqua inizia a sommergerti.
Ma è troppo tardi. Dovevi proprio andare vicino ad un fiume ad attendere gli effetti del rimedio omeopatico? Non era sufficiente starsene in casa seduto sopra la solita e comoda poltrona? Alzi le spalle e inarchi le sopracciglia poiché non sai cosa rispondermi. Tenti di trattenere il respiro. Provi a restare a galla. Ti agiti. Ti dimeni con tutte le tue forze. Invano.
La corrente del fiume ti trascina inesorabilmente verso il fondo. Mygale, il rimedio omeopatico che ti ho dato, cura quel disordine neurologico che ti affliggeva, conosciuto anche come Sindrome di Tourette, ma non t’insegna a nuotare, esercizio che tu, caro paziente, non hai mai voluto imparare.