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14 Marzo, 2023

Enneatipo 4 conservativo – Natrum muriaticum

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La passione dominante dell’enneatipo 4 è l’invidia, nel senso del desiderio di ciò che non si ha. È dunque un carattere per il quale è confortevole il sentimento di una falsa mancanza. Ed è un tipo malinconico e sentimentale, ovvero romantico e appassionato.

La caratteristica specifica del sottotipo conservativo è la tenacia, il suo tenersi tenacemente ed incrollabilmente legato all’amore perduto, all’amore atteso ed impossibile.

Il sentimento centrale è quello della propria origine perduta. A partire da ciò la malinconia genera un’atmosfera di dolce rimpianto. Ciò che conta è ciò che manca. A rischio, ma il sottotipo conservativo corre meno questo rischio, di sabotare ciò che si ha. Il sottotipo conservativo, per così dire, tenacemente rimpiange ciò che ha. Un po’ come l’amore di John Baez per Bob Dylan, uniti più nella musica che nella vita.

È un tipo sensibile ed umorale, ma anche gentile ed affidabile.

Dante colloca gli Invidiosi nella seconda cornice del Purgatorio: la loro punizione consiste nell’avere gli occhi cuciti con fil di ferro, e attraverso l’orribile costura versano lacrime. C’è una profonda interiorità reattiva nella natura di questo carattere, che nel sottotipo conservativo si colora di frustrazione e rassegnazione nella rinuncia ai propri desideri, ma anche di tenacia ed autonomia. Sceglie caparbiamente la sua sofferenza. È una richiesta di aiuto, che tuttavia rifugge dalla consolazione. Costi quel che costi, un’atmosfera persistente di dolore e di rinuncia alla felicità lo rende quasi orgoglioso. Meno emotivo degli altri sottotipi, esige molto da se stesso. La sua idea folle, masochista, è che il suo saper sopportare lo renda degno di essere amato. Fa amicizia con il dolore.

Questa soppressione del dolore emotivo rende, secondo Philip M. Bailey (Psicologia omeopatica), Natrum muriaticum “di gran lunga il tipo costituzionale più comune, almeno nelle società moderne industrializzate”. È il bambino che, per diverse ragioni, “percepisce di non stare ricevendo un libero flusso di amore puro e incondizionato”. Questa è la genesi di praticamente tutti i caratteri, ma il tema dell’origine perduta, della sofferenza dell’abbandono, è dominante in Natrum muriaticum. Controllato e generoso, Natrum muriaticum nutre il suo mondo interiore di buoni sentimenti ed aspettative irrealizzabili. È comunque profondamente empatico.

Esperto nella dissimulazione dei suoi sentimenti, guarda al piacere sessuale con pudore e moralità, ovvero lo idealizza come prova d’amore. D’altra parte un amore non corrisposto, la tristezza che egli reprime possono portarlo alla depressione. Oppure si sente intrappolato in una costante tensione emotiva interna.

“Molte donne Natrum muriaticum confondono l’amore con il sentimentalismo”. Possono in questo senso divenire labili i confini tra amore ed amicizia: un amore si stempera in amicizia, o in un’amicizia si scorge la suggestione di un possibile amore. “Il sentimentalismo è essenzialmente un tipo superficiale d’amore che si può provare senza rendersi troppo vulnerabile”. È un’emozione che si ritiene di poter tenere sotto controllo, e che poi facilmente si può tramutare in struggimento ed insoddisfazione.

Due tragiche eroine, tra le altre, incarnano questo carattere: Tess e Jane Eyre.

Nastassja Kinski in Tess
Nastassja Kinski in Tess

Tess è la protagonista di un romanzo di Thomas Hardy del 1891, interpretata da Nastassja Kinski nella versione cinematografica del 1979 di Roman Polanski. Una donna pura (sottotitolo della prima edizione), che tuttavia viene violata da un presunto parente: in realtà lei, povera, proviene da famiglia di alto lignaggio, di cui lui ha semplicemente usurpato il nome comprandolo. Il seduttore, Alec, presta aiuto alla sua famiglia; lei cede rassegnata, poi torna al suo villaggio, dove darà luce ad un bambino, che muore poco dopo il parto.

 

Tess incarna l’immagine di colei che sopporta un gran peso, si sobbarca sofferenze ed umile lavoro, nel ruolo della vittima che si aspetti che virtù e rinuncia troveranno ricompensa nell’amore. Il suo seduttore sembra comunque ben conoscerla. Le rimprovera di essere assurdamente malinconica, di rimuginare come al solito. Tess trova l’amore, sposa l’uomo che ama, Angel, il quale però l’abbandona dopo aver appreso del suo passato disonore. Quando la ricercherà, Tess aveva accettato di convivere con Alec ma, spinta dalla ricomparsa dell’amor perduto, uccide Alec. Tess sarà arrestata e giustiziata, dopo aver trascorso le ultime ore con Angel. Ma è Alec a dirle, poco prima di esserne assassinato: “Cos’è questo strano fascino che l’infelicità ha sempre su di te?”

Attratta dall’infelicità è fin dalla nascita Jean Eyre, protagonista del romanzo (1847) di Charlotte Brontë, di cui esistono varie trasposizioni cinematografiche, la prima delle quali (1944) con Joan Fontaine ed Orson Welles. Orfana, maltrattata dalla zia e poi sottoposta alla dura disciplina di una scuola di carità, Jane Eyre diviene finalmente istitutrice della piccola figlia del misterioso Mr Rochester, brusco ma sensibile, sarcastico e affascinante. Jane se ne innamora ed ogni giorno aspetta il compimento di questo amore. Jane è umile e disponibile, ma anche indipendente e risoluta. Quando scopre che Mr Rochester è sposato e che tiene la moglie folle segregata nel castello, va via. Tornerà poi, lei ricca per una inaspettata eredità e lui divenuto cieco in un incendio. Il romanzo termina con la suggestione che quell’amore un tempo impossibile possa realizzarsi come più che sola compassione. L’amore forse premia la timida tenacia di Jane.

Mia Wasikowska in Jane Eyre
Mia Wasikowska in Jane Eyre

Il musical Matilda (personaggio di Roald Dahl) potrebbe invece rappresentare la giusta ribellione di una bambina sensibile ed incompresa.

Natrum ama intensamente ma non sa come farlo. Vulnerabile, piange in silenzio un pianto che non gli reca conforto. Può anche ricoprire il ruolo di coniuge sobrio e sentimentale, e la relazione tra due Natrum è probabilmente tra le più durevoli, come il secondo matrimonio di David Copperfield con Agnes (la prima moglie, Dora, era una Pulsatilla).

In Ragione e sentimento (romanzo di Jane Austen, poi film di Ang Lee), Elinor (Emma Thompson) è Natrum, la sorella Marianne (Kate Winslet) è Phosphorus. Scintillante e fervidamente innamorata Marianne, affranta da una delusione prima di riconoscere una più autentica relazione. Elinor è più controllata nelle sue emozioni, nasconde per ritegno e lealtà i suoi affetti, sarà infine insperatamente premiata del suo riserbo e del suo amore. Marianne ad Elinor: “Possiamo anche restare in silenzio: io non ho niente da voler nascondere, tu non hai niente da voler comunicare”. Natrum evita persino il contatto visivo, se non con gli amici più fidati.

Di Natrum muriaticum dice Catherine Coulter (Nature and Human Personality. Homoeopathic Archetypes) che, come il sale, assorbe ritiene e cristallizza. È perciò gentile ma incline al risentimento. Ama il mare ma tenendosene a distanza, ama la musica che lo rende triste, ciò che più egli ama maggiormente lo ferisce. Serio, può manifestare una falsa ilarità e ridere in modo innaturale ed inappropriato. Spesso sospeso tra la sua profonda solitudine e l’attesa ideale di qualcuno, vorrebbe essere compreso senza dover nulla dire. Suscettibile perciò, può avere scoppi d’ira per motivi risibili.

Se non si sente lui stesso abbastanza infelice, prova compassione e si identifica in chi è più infelice di lui. Ha bisogno che si abbia bisogno di lui. La sua intelligenza è acuta, la sua lealtà provata. Supera tenacemente ostacoli di cui sente quasi il bisogno.

Può essere difensore delle cause perse come Don Chisciotte, paladino di giustizia come Abramo Lincoln, malinteso nelle sue buone intenzioni e nella sua isterica passione come Re Lear. E, come Cordelia figlia prediletta di Re Lear, rifugge, in nome della verità, ogni forma di adulazione e vanità.