Cannabis terapeutica ed animali da compagnia (prima parte)

27 Settembre, 2023
Tempo di lettura: 5 minuti

Dal 22 settembre pare entrerà in vigore un decreto legge emanato dal Ministero della Salute in base al quale alcuni prodotti a base di cannabidiolo ad uso orale, estratto dalla pianta Canapa (Cannabis), diventeranno prescrivibili soltanto attraverso una ricetta medica come quelle per le sostanze stupefacenti. Di stupefacente in questo decreto c’è però un solo fatto, ovvero che il cannabidiolo, conosciuto anche come CBD, non ha alcun effetto psicotropo, ed è quindi come se il Ministero avesse decretato che la camomilla, piuttosto che la valeriana o la curcuma, se assunte per uso orale, debbano essere prescritte con una ricetta per stupefacenti. Ed ancor più stupefacente è poi il fatto che le sole preparazioni ad essere vietate saranno quelle prodotte in Italia in quanto la circolazione di prodotti esteri sarà mantenuta. 

Ma cosa è il CBD? E quali sono i suoi effetti negli uomini e negli animali? L’argomento è assai lungo e complesso, ma in questo articolo cercherò di sintetizzare e spiegare cosa sono gli estratti della Cannabis e quali le loro principali indicazioni ed azioni terapeutiche.

Sistema endocannabinoide di uomini ed animali: facciamo chiarezza

Prima di parlare di Cannabidiolo e Cannabis, è opportuna una breve premessa. Queste sostanze estratte dalla pianta della Cannabis sono sostanze molto simili a molecole endogene all’organismo, ovvero prodotte dal nostro sesso corpo ed anche da quello dei nostri amici animali. Ogni essere vivente ha infatti un vero e proprio sistema di recettori che risponde a queste sostanze prodotte dall’organismo stesso, al fine di mantenere l’equilibrio fisiologico. Si pensi che questi cannabinoidi endogeni, detti appunto endocannabinoidi, sono stati ritrovati in numerose specie animali, tra le quali, oltre a mammiferi e volatili, anche rettili, anfibi e pesci. In tutte queste specie esiste anche una fitta rete di recettori in diversi organi ed apparati, ai quali legandosi gli endocannabinoidi producono svariati effetti in diversi distretti dell’organismo. Questi recettori fanno parte del così detto sistema endocannabinoide, che svolge una funzione di regolazione in numerosi processi metabolici, quali regolazione del sonno, dell’appetito, delle funzioni riproduttive, nonché va ad influenzare la coordinazione motoria, la memoria, le funzioni di apprendimento, ed esplica, attraverso i legami con queste sostanze endogene, azioni antidolorifica, antinfiammatoria, antiossidante e neuroprotettiva.

I cannabinoidi endogeni sono molecole di piccole dimensioni, lipofiliche ovvero che si sciolgono a contatto con i lipidi; le più rappresentate sono l’arachidonoil-etanolamide (AEA), noto anche come anandamide, ed il 2-arachidonoil-glicerolo (2AG), e vengono prodotti al bisogno legandosi ai recettori presenti sulle cellule vicine, ovvero ai recettori CB1 E CB2. Subito dopo la loro azione vengono poi degradati, in modo da essere prodotti ed agire soltanto al momento del bisogno. I recettori CB1 e CB2 sono presenti quasi in ogni organo e tessuto. I CB1 specialmente a livello di sistema nervoso centrale e periferico, ed in numerosi altri organi come milza, cuore, appararti riproduttivo, digerente, urinario nonchè nei linfociti ed in diverse ghiandole. I CB2 invece si trovano maggiormente nei tessuti linfoidi quali milza, tonsille, linfonodi e sulle cellule leucocitarie, dove vanno ad attivare e regolare la produzione di citochine responsabili delle risposte immunitarie. I composti che vanno ad attivare i recettori CB2, non avendo effetto psicotropo, sono da decenni oggetto di studio e vengono utilizzati per i loro effetti analgesici, antiinfiammatori e antineoplastici.

CBD e THC: due facce della stessa … pianta 

I cannabinoidi che si estraggono dalla pianta della Cannabis vanno a mimare gli effetti di quelli endogeni offrendo numerose possibilità di utilizzo. Quelli di origine vegetale estratti dalla Cannabis vengono detti fitocannabinoidi. Sul mercato ad oggi esistono numerosi cannabinoidi anche sintetici e quindi prodotti in laboratorio. I fitocannabinoidi naturali derivano principalmente dalla Cannabis sativa L., ma sono stati ritrovati anche in altre specie vegetali. Principalmente si utilizza l’olio di semi di canapa o l’olio proveniente dalla spremitura della pianta intera. Sono vietati invece gli oli con aggiunta della frazione di CBD puro, estratto ed isolato dalle piante di canapa. Il primo, ovvero l’olio di semi di canapa ha numerose proprietà terapeutiche grazie alle proteine ed agli acidi grassi essenziali presenti, e contiene una percentuale quasi nulla di fitocannabinoidi. L’olio estratto dalla pianta intera invece presenta tutte le componenti sinergiche del così detto fitocomplesso dell’olio di canapa. L’olio di CBD deriva dall’arricchimento dell’olio di canapa con CBD estratto dalla Cannabis che viene aggiunto a diverse formulazioni con percentuali differenti. Questi prodotti, malgrado vengano venduti senza alcun controllo tramite internet, restano illegali se venduti come oli da assumersi per via orale, in quanto la percentuale di CBD e THC è molto alta. Sono invece utilizzabili per via topica transcutanea.

Sono stati individuati 13 fitocannabinoidi tra i quali quelli più studiati sono il THC ed il CBD; il THC o Delta-tetraidracannabinolo esplica la sua azione prevalentemente a livello dei recettori CB1 e quindi a livello del sistema nervoso centrale e periferico, con spiccate proprietà psicoattive. L’altro composto molto studiato ed utilizzato come sostanza terapeutica è il CBD, ovvero il cannabidiolo, con spiccati effetti antiinfiammatori, analgesici, ansiolitici e antipsicotici. Legandosi prevalentemente ai recettori CB2 non ha effetti psicoattivi. 

I principali effetti di queste sostanze sono l’effetto analgesico che si esplica anche su dolore neuropatico, oncologico ed osteoarticolare, immunomodulatorio, antiepilettico, ansiolitico, antiemetico ed oressizzante, ovvero facilita l’appetito nei soggetti anoressici. Queste sostanze si ritrovano principalmente nel fitocomplesso che deriva dalla struttura della pianta intera nella quale sono presenti numerose sostanze attive oltre ai fitocannabinoidi. Vi sono infatti anche i terpeni, biomolecole presenti in numerose piante, ed i flavonoidi, composti naturali presenti anch’essi in numerose specie vegetali. I terpeni svolgono la loro azione sia modulando gli effetti dei fitocannabinoidi, sia direttamente interagendo con i recettori del sistema endocannabionoide, ed esplicano principalmente attività analgesica. I flavonidi isolati nel fitocomplesso di Cannabis sono circa 23; di questi alcuni sono presenti in altre specie vegetali, come ad esempio la quercitina e la luteolina; altri come la cannaflavina A sono presenti soltanto nelle piante della specie Cannabis. Tutti i flavonoidi presenti nel fitocomplesso hanno attività antiossidanti ed antiinfiammatorie ed interagiscono con terpeni e fitocannabinoidi modulandone le azioni. Da quanto si è detto è chiaro che il fitocomplesso di Cannabis offre migliore spettro terapeutico.

Cannabinoidi per cani e gatti

Ma quali sono le azioni terapeutiche che questi preziosi composti hanno sui nostri amici animali? Principalmente il controllo del dolore sia neuropatico che oncologico o derivante da problemi osteoarticolari cronici; poi esplicano azioni a livello dermatologico, gastroenterico, per problemi neurologici quali epilessia, deficit cognitivi senili, nevriti ed anche a livello psicologico hanno azione terapeutica in casi di ansia a stress; in oltre da alcuni studi si è visto un miglioramento dei soggetti affetti da diabete e malattie autoimmuni. I prodotti maggiormente usati per cani e gatti contengono solitamente olio di Cannabis da semi o da pianta intera e quindi il fitocomplesso intero. Esistono poi formulazioni con olio di CBD puro addizionato che possono essere utilizzati per via transcutanea esplicando il loro effetto attraverso la via di somministrazione esterna.

Tutti questi prodotti contenenti CBD ed olio di canapa vanno ad interagire soltanto con i recettori CB2 e non hanno alcun effetto psicotropo, a fronte di numerosi effetti positivi in una larga schiera di pazienti. Nella mia pratica clinica da diversi anni mi avvalgo di Cannabis terapeutica utilizzando principalmente il fitocomplesso ed il CBD ed ho riscontrato risultati veramente incoraggianti su una serie di patologie, prime tra tutte quelle oncologiche. I miei pazienti affetti da diversi tipi di tumore hanno avuto degli effetti benefici sia sul controllo del dolore, ma anche sull’appetito, sulla diminuzione dell’infiammazione e sullo stato di benessere generale. Mi domando pertanto, sulla base di quali evidenze scientifiche il nostro Ministero si sia prodigato a rendere così complessa ed indaginosa la prescrizione di tali prodotti che fino ad ora venivano considerati prodotti da banco. Ricordo inoltre che esistono decine di molecole antinfiammatorie, antipiretiche ed antidolorifiche di sintesi chimica che vengono tranquillamente venute come prodotti da banco pure avendo bugiardini con lunghissimi elenchi di effetti collaterali ed avversi acclarati.

Diverso potrebbe essere il discorso dell’utilizzo di preparati che contengono THC, fitocannabinoide con effetti psicotropi e per il quale occorre necessariamente la prescrizione di un medico, ma sul CBD, resto perplessa in buona compagnia di decine di medici, veterinari, farmacisti e terapeuti che, come me, utilizzavano con grandi risultati e effetti avversi inesistenti queste potenti sostanze che la natura ci ha donato. Nel prossimo articolo entreremo nel dettaglio degli effetti della Cannabis terapeutica nei diversi organi ed apparati dei nostri amici con a coda, sperando di poter ancora usufruire in modo semplice di questa preziosa opzione terapeutica che la natura ci ha donato!

Sitografia:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6770351/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8125862/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10308385/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9099639/

https://www.discovermagazine.com/health/terpenes-the-little-known-compounds-that-make-cannabis-a-better-medicine

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