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L’elettroshock esiste ancora: 2 pazienti su 3 sono donne

È quanto emerge da un'analisi sui dati di 20 istituti pubblicata dall'Independent

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21 Settembre, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

L’elettroshock: una pratica al limite della barbarie, e che molti di noi considerano ormai relegata a buie epoche lontane. Purtroppo, però, non è così. Ancora oggi l’elettroshock – o terapia elettroconvulsivante (ECT) – è utilizzata per i pazienti con gravi depressioni. E ciò nonostante i protocolli odierni siano molto più stringenti di quelli di un tempo. Da quanto risulta da un’indagine condotta in Inghilterra, poi, questo tipo di trattamento è riservato per una larghissima maggioranza a donne.  Un evidente pregiudizio di genere: nel 2019, erano donne il 67% dei 1.964 pazienti che lo hanno subito.

L’elettroshock esiste ancora: 2 pazienti su 3 sono donne

I dati provengono dall’NHS (Servizio sanitario nazionale) inglese, e sono stati visti e pubblicati in esclusiva da The Independent. I documenti che dimostrano che 2 pazienti su 3 sono donne sono stati richiesti dal dottor John Read, professore dell’Università di East London, e successivamente condivisi con il giornale britannico. Provengono da 20 diversi istituti del Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito. Dai dati risulta che appena il 16% dei centri ha fornito statistiche che mostrassero il successo delle terapie ECT. E solo il 3% di essi aveva approntato meccanismi per il monitoraggio degli effetti collaterali. Come se tutto ciò non bastasse, molti istituti del Servizio Sanitario Nazionale hanno ammesso di aver somministrato ai pazienti la ECT senza aver prima offerto loro trattamenti di consulenza o la terapia cognitivo-comportamentale.

Un trattamento che comporta danni permanenti

La legge britannica consente infatti agli istituti di poter ricorrere alla terapia elettroconvulsivante anche in assenza di consenso dell’interessato, nel caso in cui si tratti di un’emergenza ai sensi del Mental Health Act. Ciò comporta un’evidente lesione dei diritti del paziente, dal momento che questo tipo di trattamenti comportano danni gravissimi. Secondo Read “Gli studi rilevano che tra il 12 e il 55% delle persone subisce danni cerebrali duraturi o permanenti che comportano una perdita di memoria“. Le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence – NICE prevedono che i medici “dovrebbero prendere in considerazione la ECT solo per il trattamento acuto di una depressione grave che mette a rischio la vita e quando è necessaria una risposta rapida, o quando altri trattamenti hanno fallito“.

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