3 Agosto, 2023
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Il sistema circolatorio è formato da una componente arteriosa, che veicola sangue ricco di ossigeno a tutte le cellule, e da una componente venosa, che s’incarica di raccogliere questo sangue e di riportarlo ai polmoni, perché sia nuovamente rifornito di ossigeno. In questo tragitto circolare apparentemente così semplice, si frappone poi una rete di sottilissimi vasi sottili “come capelli” (in verità anche di più) e detti proprio per questo capillari, che funziona in parte come il sistema arterioso e in parte come quello venoso, distribuendo cioè ossigeno e nutrimento ai tessuti, raccogliendo gli scarti metabolici o le sostanze prodotte dalle stesse cellule. La struttura anatomica di queste componenti è ovviamente molto dissimile: per contenere e guidare la forza propulsiva trasmessa al sangue dal cuore, infatti, le arterie sono dotate di una spessa tonaca muscolare molto elastica, che le rende simili, anche quando sono vuote, a dei tubicini aperti e rigidi. Le vene, invece, benché non siano dotate di grande elasticità, hanno una estensibilità molto maggiore, tanto che in condizioni fisiologiche non sono mai completamente riempite (questo succede, casomai, in situazione di stasi sanguigna, quando cioè sussiste qualche ostacolo al ritorno venoso del sangue verso il cuore).

Le vene: Il femminile dell’apparato circolatorio.

Volendo dare una connotazione simbolica, quindi, si potrebbero assimilare le arterie a un principio maschile (la pressione e la velocità del sangue è maggiore, il sangue arterioso stesso ha un colore più acceso), mentre le vene fanno riferimento piuttosto a un principio femminile (sangue più scuro e lento, maggiore ampiezza e ricettività del vaso, e a pareti più sottili e “morbide”). Questa diversa polarità si riscontra in effetti anche per quanto riguarda la patologia: gli uomini si ammalano infatti più facilmente di ipertensione arteriosa, mentre i disturbi venosi sono più di sovente riscontrabili nelle donne. Ecco perché, dal punto di vista psicosomatico, si può dire che la sofferenza venosa è indice di un’analoga sofferenza del femminile: non solo, ovviamente, quello della donna, ma intendendo soprattutto quelle qualità di accoglimento, accettazione, passività, cedevolezza, che possono variamente essere sottoposte a un esasperata strumentalizzazione o essere al contrario represse o negate. Tra i simboli legati a questa capacità del circolo venoso di raccogliere il sangue e di ricondurlo nella sua sede originaria c’è senz’altro quella della coppa o vaso sacrificale, ad esempio quello che l’iconografia medievale chiamava Graal. Nel caso specifico, si tratta del recipiente che Cristo adoperò nell’Ultima Cena, in occasione dell’istituzione dell’Eucarestia, e che in seguito ne raccolse il sangue. Simbolo di salvezza e di santificazione, la ricerca del Graal variamente raccontata nelle leggende e nei canti medievali, simboleggia in fondo l’eterna ricerca della verità e della spiritualità. In questo, la nostra è simile a molte altre tradizioni, anche di molto precedenti a quella cristiana, dove il fine della ricerca è una fonte di eterna giovinezza o l’elisir di lunga vita. Si tratta comunque sempre di metafore che indicano il percorso dell’uomo nel suo universo interiore, alla ricerca della propria identità globale profonda, quel Sè – senza tempo e perciò eterno – che comprende un’unità più vasta della personalità singola.

Il sangue che assicura la fertilità

Oltre che il sangue e i preziosi liquidi dell’imortalità, il vaso o coppa sacrificale può contenere “semplicemente” del vino: di nuovo un liquido per certi versi simile al sangue, e come questo pieno di fuoco vitale. Ancora una volta è immediato il richiamo al sacrificio eucaristico e ad altri riti che, inizialmente cruenti e svolti probabilmente con un vero sacrificio di sangue, mutarono la loro modalità esecutiva ma non la sostanza del loro significato proprio mediante l’utilizzo di questo liquido ugualmente rosso, caldo e pieno di energia. Si trattava in genere di rituali legati al culto dei morti, dei quali ci si assicurava la benevolenza e l’aiuto nelle difficoltà terrene o per favorire la fertilità dei campi, degli animali, degli uomini. Spesso il vino veniva versato a Terra, perché anche i defunti potessero gustarne (libagione).

Un gesto che non era certo interpretabile come uno spreco, dunque, ma piuttosto rappresentava il modo di mantenere un legame “di sangue” con le potenze dell’aldilà tramite il prezioso fluido. Al sangue venoso è però legata anche una componente acquatica più evidente che nel sangue arterioso: anche questa compare in numerosi riti tutti significativi di una purificazione o di una rinascita con un’ acqua-fuoco, una linfa di origine divina o della divinità consacrata e resa simile a sè. Il più importante ed evidente di questi riti nella cultura cristiana è senza dubbio il battesimo, ma si ritrova lo stesso significato (abluzione e libagioni purificatrici) in quasi tutte le regioni, dove l’acqua lustrale o quella della sorgente consacrata, può lavar via le colpe del fedele. I luoghi sacri vicini all’acqua sono tuttora molto amati, si pensi alle città lungo il Gange, oppure a Lourdes dove si manifesta la divinità, ci si può sottoporre a una purificazione, che è comunque richiesta prima di avvicinarsi al luogo sacro.

Le cure naturali per riattivare la circolazione

La prima cosa da fare per ovviare a questo problema, è camminare: procurandosi magari un contapassi e verificare quanto si  riesca a farne durante la giornata, anche quando si è in casa. Gli esperti confermano che 7000 è il numero di passi necessari per mantenere la  circolazione sanguigna  attiva e le gambe in salute, tonificare il cuore, smaltire ritenzione idrica e cellulite.

La circolazione del sangue nelle vene è favorita dall’attività del cuore, da una respirazione adeguata (possibilmente diaframmatica) e dalle contrazioni dei muscoli scheletrici che comprimono e “massaggiano” le vene (la cosiddetta “pompa muscolare”). Un’attività fisica costante e regolare, come la camminata a passo sostenuto, sgonfia le gambe perché agisce su tutti i motori di spinta e di drenaggio del flusso sanguigno.

Molte persone hanno le pareti delle vene che cedono facilmente, perché il tessuto connettivo elastico, che costituisce le pareti delle loro vene, è di scadente qualità, caratteristica trasmessa spesso dai genitori. Inoltre, come detto sopra, la vita sedentaria e lo scarso movimento favoriscono il ristagno del sangue nelle vene.

Ci sono poi altre condizioni che facilitano il formarsi delle varici, come l’obesità, le gravidanze, i lavori che comportano lo stare a lungo in piedi, fermi e/o esposti a fonti di calore.

La sintomatologia consiste in senso di peso e tensioni alle gambe, torpore e stancabilità, parestesie e sintomi generali, quali cefale, vertigini e instabilità dell’equilibrio. Tali sintomi, oltre ad esserci aggravati dalla stazione eretta, dal caldo, e dall’iperlavoro, peggiorano con l’abuso di tranquillanti e ansiolitici. Le vene dilatate sono riconoscibili come formazioni nodose e molli, che poi diventano tumefazioni bluastre e indolori. Le complicazioni sono rottura, infezioni e trombosi, edemi, alterazioni trofiche cutanee fino alle ulcere.

Bere di più aiuta la circolazione sanguigna: fitoterapia

Ideale sarebbe portare con sé una bottiglia da un litro di acqua naturale (o 2 bottigliette da 500 ml) arricchita con fitoembrioestratti specifici che migliorino i processi circolatori:

Castanea vesca – il Castagno – ricco di acido ellagico, sostiene soprattutto il circolo linfatico;

Citrus limonum – il Limone – fluidifica il sangue e lo rende meno vischioso;

Sorbus domestica – il Sorbo – ricco di acido citrico e di vitamina C, fortifica i capillari venosi e linfatici e decongestiona la zona più delicata. Infatti,

quando all’insufficenza venosa e alle gambe gonfie si associa la stipsi, è facile che compaiano anche le emorroidi. In più la dieta speziata ed “esotica” delle vacanze può peggiorare il disturbo, che trova un’efficace terapia nel fitoembrioestratto di Sorbo.

Corylus Avellana – Nocciolo  e Populus Nigra – Pioppo – per le flebiti

La flebite è l’infiammazione di una vena che si manifesta con gonfiore, dolore, febbre e calore localizzato; se nella vena sono presenti dei trombi, si parla di tromboflebiti, perché il coagulo presente nel lume del vaso forma un “tappo” che impedisce il normale flusso sanguigno.

Ottimo in questi casi associare i fitoembrioestratti di Nocciolo e Pioppo con attività anti-sclerotica, decongestionante e protettrice del sistema cardio-vascolare.

I Medicinali Omeopatici per la circolazione

I medicinali omeopatici utili in caso di disturbi delle vene  sono diversi, vediamone alcuni.

Varici di cosce e gambe, dolori localizzati con gonfiore, varici della gravidanza: Hamamelis;

congestione venosa delle gambe ed del bacino, migliora tenendo le gambe sollevate: Sepia;

vene dolenti con fastidi che si diramano lungo l’arto: Vipera;

varici delle gambe e delle zone genitali, è associato un caratteristico nervosismo delle gambe, che devono sempre essere in movimento: Zincum;

Natrum muriaticum  è indicato specialmente quando i problemi circolatori peggiorano col caldo, in seguito all’esposizione prolungata ai raggi solari e al mare.

Gli Oligoelementi

Fra gli oligoelementi a disposizione,  Manganese Cobalto  è quello che lavora sull’insufficienza venosa degli arti inferiori. Utile quando l’edema si presenta con gonfiore, formicolio, senso di pesantezza e crampi.

L’oligoelemento Fluoro aiuta invece a mantenere l’elasticità della parete venosa.

Oli e creme-gel

Un valido rimedio per piedi e caviglie dolenti è l’olio di Arnica.

L’Arnica, rimedio storico, ha un notevole effetto defaticante, elimina il gonfiore e la pesantezza che affliggono le estremità soprattutto durante la stagione estiva. Ideale sarebbe applicarlo la sera dopo  docciature fredde- tiepide.

Caratterizzate da texture delicate e leggere, molto efficaci per flebiti, varici e fragilità, sono anche le creme gel, se a base di estratti naturali, di qualità, che possano garantire il massimo contenuto dei principi attivi nel prodotto finale.

Tra le più indicate: Amamelide, Vite rossa, Ratania, Ippocastano, Cipresso, che spesso troviamo sinergiche in prodotti composti specifici per la circolazione venosa.

Ideale conservarle in frigorifero e applicarle fredde.

“Il vero colore della vita è quello del corpo, il colore del rosso nascosto, il rosso implicito e non esplicito del cuore che vive e dei suoi battiti.”

ALICE CHRISTIANA MEYNELL

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