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24 Agosto, 2023

Vivere rivolti al passato o rivolti verso il futuro… e il presente?

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Il modo in cui viviamo il tempo parla dei nostri disagi: nella depressione prevale il passato, nell’ansia vince il futuro. Come rompere questo circolo vizioso?

Una caratteristica comune a tutti i malesseri psicologici può essere individuata nella modalità di collocarsi nel tempo, ovvero come la dimensione temporale viene vissuta a livello individuale. Chi ne soffre si sente spesso “fuori dal tempo”, o meglio da quell’unica dimensione temporale realmente percepibile e nella quale sarebbe bene essere “collocati”:  il presente. L’unica dimensione in cui abita il corpo  nella sua dimensione  biologica. Non è un caso che ai due estremi delle più comuni forme di sofferenza emotiva si collochino due opposte modalità di vivere la dimensione temporale.

Da un lato abbiamo l’individuo depresso, invischiato nella palude di un passato che non esiste più, ma che estende la sua ombra su un presente reso invivibile dalla distruttività della sofferenza provata. Dall’altro il soggetto che, nelle diverse modalità di gestire l’ansia, anticipa, altrettanto dolorosamente, un futuro che non c’è, ma che è vissuto in modo minaccioso. Se consideriamo questo aspetto, possiamo ipotizzare che riuscire a collocarsi nel presente del proprio vivere possa costituire una via molto utile per cercare di porre un limite alle condizioni di disagio.

La modalità con cui riuscire a fermare i “vagabondaggi” della mente nel tempo, per riuscire a collocarsi nel presente, deve essere individuata nel corpo.

Ma come riuscire a realizzare lo “stare nel presente” attraverso il coinvolgimento del corpo?

Una delle risposte può essere quella del fare ricorso a tecniche centrate sulla “consapevolezza” dell’esistenza del corpo e delle sue funzioni nel momento in cui avvengono, ovvero nel presente. Si tratta di tecniche facili da apprendere e agevoli da applicare, che sono alla base di molte pratiche di meditazione, qui intesa solo come  “consapevolezza di ciò che avviene, nel momento in cui avviene”.

Una delle modalità più semplici da adottare è la meditazione centrata sulla “consapevolezza del respiro”, un primo passo per rompere la gabbia dello sguardo rivolto all’indietro…o troppo in avanti!

Questa tecnica aiuta ad interrompere ciò che con insistenza propone la mente.

Una tecnica che educa a vivere nel presente

Seduti in posizione comoda, con la schiena diritta, si respira tranquillamente concentrati sull’inspirazione (preferibilmente con il naso) e sulle sensazioni che provoca l’aria che entra, poi sulla espirazione e relative sensazioni che provoca l’aria che esce.

Mentre si respira si associano alla inspirazione la parola dentro e alla espirazione la parola fuori. Se e quando si sarà riusciti ad essere assolutamente consapevoli dell’atto del respiro, quindi del momento presente, il vagabondare della mente nei mondi del passato e del futuro sarà stato interrotto.

Questa tecnica, adottata e ripetuta quando necessario,  permetterà di “vivere adesso”, di ascoltare e conoscere il proprio corpo per quello che sta dicendo ora.

Le cose stanno accadendo in questo momento

Se qualcosa sta accadendo in questo momento vuol dire che quella funzione deve svolgersi ora; non ha senso volgere lo sguardo verso il passato per trovare una risposta al nostro malessere o piuttosto verso un tempo futuro per averne il controllo. Un problema viene adesso perché è nel presente che va affrontato, senza guardare al passato o al futuro. La vita non va vissuta con le aspettative che costruiamo noi, ma percependo ciò che accade nel presente.

Se non si impara a vivere rispettando questo tempo, si finisce per perdere occasioni ed energia inutilmente.

Prendersi cura di sé  e  apprezzare le piccole cose  sono comportamenti che portano a realizzare la grande ricchezza racchiusa in ogni giorno e che come tale non va dispersa tra pensieri irrazionali rivolti al passato o al futuro.

Impariamo ad ascoltarci, a riconoscere noi stessi con lealtà, senza convinzioni e identità fittizie. Se riusciamo a vivere portando la mente nel qui e ora, come il corpo fa naturalmente ogni giorno, avremo la forza per affrontare qualsiasi disturbo venga a trovarci.   Al contrario, il disagio, continuerà a presentarsi se non viene accolto e non ha la possibilità di “esprimersi” come vorrebbe. Stare bene vuol dire stare con il proprio corpo ora, senza il chiacchiericcio dei pensieri, senza l’”io” che ci siamo costruiti per apparire agli altri e a noi stessi in un certo modo. È più semplice di quello che sembra: osserviamo il momento senza cercare di cambiare le cose.

Il vuoto è il luogo in cui si incontrano le proprie paure.

Marie-Louise Von Franz

L’incapacità di lasciare andare e/o di accogliere ciò che non si conosce, quindi il bisogno del “controllo”, serve a tenere lontane le emozioni profonde, perché potrebbero rappresentare una scossa emotiva. L’atteggiamento conservatore genera la stagnazione, l’assenza di movimento, il blocco. Fare il vuoto significa dare la possibilità a qualcosa di sconosciuto di presentarsi. L’anima non ama l’unilateralità e l’ostinazione: non bisogna dimenticare che la vita ha mille sfaccettature, è fatta di molti volti, di tante strade diverse, incontri, relazioni, esperienze, stagioni.

Il medicinale omeopatico: un valido aiuto per ansia e depressione

L’Omeopatia può rappresentare una soluzione valida ed efficace per tenere sotto controllo disagi legati a disturbi dell’umore associati a tristezza, malinconia, nostalgia o alla paura, come le forma d’ansia, e sintomatologie corrispondenti. Distingue i vari atteggiamenti reattivi fino a consegnarci dei veri e propri ritratti.

I medicinali omeopatici non contengono sostanze sedative o ipnotiche  che generalmente possono provocare dipendenza o assuefazione. Possono essere assunti solitamente per periodi prolungati ed essere sospesi al miglioramento dei sintomi, senza nessun effetto collaterale, dietro consiglio del proprio medico o specialista.

Phosphoricum acidum:  il passato

Il soggetto Phosphoricum acidum è apatico, non ha voglia di parlare ed è turbato dal dispiacere che gli portano i suoi pensieri rivolti al passato.

Gli aspetti più caratteristici della sua personalità sono la forte carica affettiva e passionale, l’emotività, l’ncapacità di adattarsi o di neutralizzare gli stress emozionali con progressivo deterioramento delle capacità intellettive e della memoria. La nostalgia di Phosphoricum acidum, è alimentata da un desiderio ardente e doloroso di persone, cose, luoghi o situazioni, già trascorse, che vorrebbe rivivere e gli impedisce di verbalizzare, di scaricare o comunque di operare un’integrazione cognitiva atta a superare la sofferenza del presente. Evita di affrontare le situazioni, soprattutto quelle che gli causano forte stress; questo stato di costante passività intacca la sua lucidità mentale comportando depressione e alterazioni immunitarie.

Fra chi è preda dell’ansia spiccano le tipologie Argentum nitricum e Gelsemium, farmaci omeopatici di lunga tradizione.

Argentum nitricum: ansia di liberarsi dal disagio

Il  tipo Argentum nitricum parla camminando, gesticolando, agisce sempre in fretta, può sembrare più vecchio della sua età. Con il passare del tempo, soprattutto quando è anziano, tutti i sintomi del suo quadro si esacerbano, in particolare l’ansia. Le sensazioni di Argentum nitricum è che il tempo passi troppo lentamente, ciononostante teme di non avere tempo, con desiderio di portare a termine in fretta ciò che ha appena cominciato. Ha grande desiderio di dolci, zucchero e cioccolato (che però aggravano i sintomi del suo quadro); desidera stare all’aria fresca con avversione per il calore e per i luoghi chiusi, affollati; può soffrire di agorafobia, di claustrofobia e sogni angosciosi.

Gelsemium: ansia con paura paralizzante

Gelsemium è il farmaco omeopatico per l’ansia anticipatoria paralizzante, che sfinisce la persona prima di una prova. Il soggetto infatti ha occhi infossati, cefalea. La serenità viene proprio a mancare in relazione a pensieri rivolti a un evento in “scadenza”, provocando tremori, crisi di dissenteria, sogni ricorrenti di disfatta. Il timore di non farcela mina la serenità anche in persone che in realtà non avrebbero nulla di cui avere paura, ma che non riescono ad esprimersi per l’insicurezza. I tipi Gelsemium hanno qualche difficoltà a condurre una vita attiva, sono tendenzialmente persone indolenti, che si lamentano spesso per la loro debolezza e devono lavorare sulla propria autostima.

I Fiori di Bach

Anche nella floriterapia troviamo un validissimo sostegno. I Fiori di Bach hanno grandi riscontri, soprattutto quando in parallelo ad altre terapie.

Honeysuckle è il fiore delle persone impigliate nel passato per la paura del presente. Aiuta a ritornare nel “qui e ora” e a ritrovare interesse per la vita, ricomponendo la frattura spazio-temporale.

Walnut ha un’azione molto rapida. Questo fiore, consigliato anche unitamente ad Honeysuckle, permette di rompere con convinzioni ormai superate e limitazioni che impediscono di procedere rispetto alla propria natura (spesso anticonvenzionale) e ad accettare momenti di cambiamento interiore o esterno per procedere sulla propria rotta.

Agrimony  è considerato l’ansiolitico per eccellenza della floriterapia, utile quando l’ansia assale all’improvviso o più precisamente, quando si resta da soli con sè stessi. Quella di Agrimony infatti, è un’ansia che nasce dall’interno per avvertire che si stanno reprimendo le parti più autentiche della personalità: aiuta a liberarsi dalla “maschera” che impedisce di manifestare chi si è veramente.

Aspen  non riesce a identificare il motivo né l’origine della sua paura, non ci sono spiegazioni né giustificazioni. La tipica ansia immotivata, che neanche la persona che la prova riesce a definire. Aspen, che è uno dei primi alberi a fiorire in primavera, interviene quando si prova la sensazione che stia per accadere qualcosa di brutto, senza però alcuna idea di cosa effettivamente possa essere. Queste paure imprecisate e vaghe possono terrorizzare sia di notte che di giorno. L’ansia  che ne scaturisce è immensa.

Il rimedio aiuta le persone morbosamente sensibili a tornare con “i piedi per terra”, a ritrovare la serenità e a godersi la vita.

La più grande sfida degli esseri umani è quella di Essere Qui e Ora! Smettete di creare pensieri sul momento che state vivendo, e vivete quel momento. 

Neale Donald Walsch

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