Dott. Carlo Gianchino

Dispepsia e problemi digestivi

5 Giugno, 2020
Tempo di lettura: 6 minuti

Per l’uomo, a differenze della maggior parte degli esseri viventi, nutrirsi non è solo un istinto legato alla sopravvivenza, ma anche un piacere, un rito irrinunciabile finalizzato alla socializzazione. E’ un aspetto profondamente legato alla sua cultura di appartenenza. Nel corso dei secoli il nostro organismo è stato sottoposto ad un continuo processo di adattamento all’ambiente circostante, necessario a fronteggiare i mutamenti climatici ed ambientali.

Uno dei cambiamenti che ha svolto un ruolo di fondamentale importanza è la dieta, cioè la variazione ciclica degli alimenti. Nell’era moderna l’industria alimentare ha letteralmente rivoluzionato le abitudini dietetiche di gran parte degli abitanti del pianeta. Oltre agli innumerevoli benefici derivanti da questo boom alimentare, si sono tuttavia poste le basi per molti dei problemi digestivi che affliggono milioni di persone in tutto il mondo. Eccesso di cibo, additivi chimici ed abitudini alimentari scorrette sono tra i principali fattori alla base dei problemi di natura digestiva.

Sono svariati i problemi digestivi raggruppati sotto il generico termine dispepsia (dal greco dys-pepsis, ossia “cattiva digestione”), sono responsabili di sintomi come inappetenza, bruciori di stomaco, dolore alla parte alta dell’addome, nausea, pesantezza di stomaco, stanchezza, sonnolenza, eruttazioni, alitosi e flatulenza.

La dispepsia

E’ un disturbo molto comune che si riscontra di sovente nella popolazione generale. Si tratta di una manifestazione che si caratterizza per ampio ventaglio di sintomi e disturbi che nella maggior parte dei casi sono di tipo “aspecifico”. Parliamo di “dispepsia organica” quando questi disturbi sono riscontrabili attraverso le comuni  indagini diagnostiche, di “dispepsia funzionale” quando invece questo non avviene. In base ai dati epidemiologici, oggi circa il 20% della popolazione mondiale di ogni età, livello di istruzione ed estrazione sociale ne soffre; tuttavia i soggetti più a rischio sono le donne, i fumatori, chi assume farmaci ad uso cronico e per lungi periodi di tempo.

Un disturbo così diffuso ha un notevole impatto sociale, sulla spesa sanitaria, e sull’economia generale. Benché la dispepsia non aumenti il rischio di malattie gravi e non riduca l’aspettativa di vita, può sicuramente peggiorare la qualità della vita, soprattuto se i disagi che causa sono molto frequenti. Tra i principali disturbi organici che possono essere all’origine della dispepsia persistente abbiamo la gastrite e il reflusso gastroesofageo.

Gastrite e reflusso gastroesofageo

La gastrite e il reflusso gastroesofageo fanno parte di un gruppo di patologie definite acido correlate che hanno come caratteristica comune l’eccessiva presenza di acido cloridrico nello stomaco. La gastrite, nello specifico, è un processo di infiammazione dello stomaco, in particolare della mucosa, che può presentarsi sia in forma acuta che cronica.

La gastrite acuta è caratterizzata da lesioni a carico della mucosa dello stomaco causate, nella maggior parte dei casi, dall’abuso di alcool, da una cattiva alimentazione, dall’abuso di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e da condizioni stress-correlate.

La gastrite cronica è invece caratterizzata dalla presenza persistente di eritemi ed erosioni a carico della mucosa gastrica, la cui causa più frequente è l’infezione da Helicobacter Pylori, un batterio gran negativo molto comune nella popolazione che può essere diagnosticato attraverso l’UBT (Urea Breath Test). La gastrite cronica può anche essere non atrofica o atrofica (con graduale perdita della componente ghiandolare e quindi con la comparsa di ipocloridria), può interessare vari distretti dello stomaco (antro, corpo e fondo) e può associarsi all’ulcera peptica.

Il reflusso gastroesofageo è, sostanzialmente, la risalita del contenuto gastrico nell’esofago che si verifica quando lo sfintere cardiale si rilascia nel momento non opportuno. In tal modo, l’acido dello stomaco irrita la mucosa esofagea scatenando una serie di sintomi tipici di questo disturbo. Questa condizione diventa patologica quando il reflusso si verifica troppo spesso o quando il contenuto gastrico è eccessivamente acido. Questa malattia, seppur benigna, può alla lunga causare disturbi cronici ricorrenti che possono andare ad alterare sensibilmente la qualità della vita. Di frequente il reflusso gastroesofageo è associato all’ernia iatale, una condizione di alterazione anatomica per la quale si ha una migrazione (erniazione) di una porzione dello stomaco attraverso il diaframma che può provocare un aggravamento del reflusso acido nell’esofago.

Consigli pratici da adottare per chi soffre di gastrite e reflusso gastroesofageo:

  • Imparare a riconoscere i cibi mal tollerati dal nostro corpo, e in particolare quelli che aumentano l’acidità gastrica.
  • Prediligere preparazioni semplici come la cottura al vapore, ai ferri, alla griglia, al cartoccio e al forno.
  • Consumare piccoli pasti frequenti durante il giorno per tamponare l’acidità dello stomaco che aumenta nei periodi di digiuno prolungato.
  • Mangiare lentamente, masticando a lungo ogni boccone.
  • Non fumare.
  • Non andare a dormire e non sdraiarsi subito dopo aver mangiato.
  • Favorire il movimento dopo i pasti per migliorare la digestione.
  • Evitare alcuni cibi grassi, insaccati, dolci farciti con creme, alimenti fritti, cioccolato, agrumi e pomodori.
  • Evitare alcolici, bevande gasate, liquidi troppo caldi o freddi, caffè, tè e altre bevande contenenti sostanze nervine come la caffeina.
  • Ridurre l’ansia e lo stress.

Alcuni rimedi naturali utili contrastare gastrite e reflusso.

Ficus carica.

Ficus carica, nome botanico che definisce la comune pianta del fico, è da sempre considerato un formidabile alleato per trattare i malesseri dell’apparato digerente, in particolare stomaco ed esofago. La sua azione calmante e disinfiammante è da attribuirsi agli enzimi presenti nelle gemme con cui si prepara il macerato glicerico utilizzato in fitoterapia. Ficus carica contiene mucillagini, vitamine (A, B, B2; PP, C) e minerali come ferro, cromo, calcio e magnesio, utili per tonificare le attività digestive e metaboliche.

Il Ficus carica agisce principalmente nella parte alta dell’apparato digerente e in particolare nello stomaco, di cui regola la motilità e la secrezione, anche nei disturbi che hanno origine da stress e fattori emotivi. Nel caso di reflusso gastroesofageo, Ficus carica normalizza le contrazioni dello stomaco e migliora la tenuta del cardias, attenuando così  l’iperacidità e alleviando i bruciori.

Il macerato glicerico del Ficus carica è utile anche nelle manifestazioni psicosomatiche che si riflettono a livello gastrointestinale, soprattutto se sono correlate ad acidità di stomaco, gastriti, ulcere duodenali e disfagie; inoltre favorisce la cicatrizzazione dell’ulcera e contribuisce a regolarizzare la secrezioni gastriche.

Matricaria chamomilla L.

Comunemente utilizzata per l’insonnia, la camomilla (Matricaria chamomilla L) è una pianta erbacea annuale che può essere utilizzata per combattere il senso di pesantezza, l’acidità e i dolori dovuti alla cattiva digestione. A dimostrarlo è uno studio tedesco pubblicato sulla rivista scientifica Digestion svolto su 120 pazienti dai ricercatori della Technishe Univeristat di Dresda . I flavonoidi del fiore riducono gli spasmi della muscolatura liscia di stomaco e tubo digerente, mentre i polisaccaridi, i carboidrati e l’a-bisabololo di cui è ricca la pianta, svolgono un effetto gastroprotettivo e antinfiammatorio.

Può essere quindi una buona abitudine bere una o più tazze al giorno del classico infuso di camomilla, meglio se tiepido. Se lo scopo è terapeutico, su consiglio medico, è meglio ricorrere a preparazioni galeniche o capsule con estratti secchi per dosare con precisione i principi attivi. Oltretutto, gli estratti della pianta possono anche essere efficaci per alleviare l’ansia che spesso può essere uno dei fattori scatenanti dei disturbi digestivi.

Zingiber officinale

Comunemente detto zenzero, lo Zingiber officinale, è una pianta della famiglia delle Zingiberacee originaria dell’Asia meridionale. Oltre a essere molto utilizzato in cucina, possiede alcune proprietà antinfiammatorie e digestive che lo rendono molto utile come rimedio naturale per svariati disturbi dell’apparato digerente come dispepsie e casi di iperacidità gastrica. Inoltre, possiede anche riconosciute proprietà antiemetiche e antinausea che lo rendono adatto a contrastare il mal d’auto, il mal di mare e la cinetosi in generale. Le innumerevoli, ma non ancora tutte dimostrate proprietà dello zenzero, derivano principalmente dai composti fenolici contenuti nella pianta e dalla presenza dell’acido 6-gingesulfonico al quale sono riconosciute delle proprietà antiulcera.  Oltre che come radice di pianta fresca, lo zenzero è reperibile sotto altre forme. Dalla radice si possono ottenere estratti e tinture acquistabili in farmacia e in erboristeria. Esistono anche numerosi integratori a base di zenzero in capsule o in compresse.

Problemi digestivi e stili di vita corretti

Digerire bene, oltre a garantire il giusto apporto di nutrienti al nostro organismo, significa sentirsi sazi, appagati e capaci di assaporare il piacere di abbandonarsi al buon cibo e di godersi la calma e la tranquillità. Chi soffre di reflusso e gastrite avverte un dolore fisico bruciante che gli compromette il piacere legato al cibo e alla convivialità. Per queste persone il pasto diventa un momento temuto da affrontare, soprattutto per la necessità di selezionare accuratamente il cibo. La stessa attenzione è dedicata poi ai sintomi postprandiali, nella vigile attesa di verificare l’insorgenza o meno dei dolori per poi poterli lenire in maniera adeguata. Ansia, stress, pensieri negativi, cattiva alimentazione, fumo, sedentarietà e abuso di farmaci sono tra le principali cause delle malattie che attaccano il nostro apparato digerente.

Secondo la visione olistica, a ogni sintomo corrisponde un preciso messaggio che il nostro corpo ci invia per darci l’opportunità di trasformarlo riacquistando, attraverso un processo di cambiamento, uno stato di naturale equilibrio ed armonia. Per guarire, è fondamentale agire sulle molteplici cause di questi disturbi, impegnarsi in un radicale cambiamento del proprio stile di vita e forse anche dell’approccio stesso alla vita. Non basta quindi migliorare solo l’alimentazione e le proprie abitudini a tavola, bisogna anche imparare a “digerire” gli eventi dolorosi e quei blocchi emotivi che, se non adeguatamente trattati, possono esacerbare i sintomi stessi di gastrite e reflusso.

Omeopatia e problemi digestivi

Secondo la medicina omeopatica, l’equilibrio funzionale dei fattori che determinano il comportamento del nostro apparato digerente è determinato da un quid dinamico detto “forza vitale”. La cura omeopatica è un utile alleato contro i disturbi di gastrite e reflusso gastroesofageo, proprio perché non agirsce solo sui sintomi causati da queste patologie, ma  su un livello più profondo che ha l’obiettivo di riequilibrare la “forza vitale” dell’individuo nella sua totalità, portandolo alla guarigione.

Il giusto rimedio omeopatico va individuato dal medico omeopata in funzione alle caratteristiche della gastrite o del reflusso di quella persona, alla sua storia clinica e all’intero ritratto sintomatologico. Vengono prese in considerazione le peculiarità qualitative, spaziali e temporali delle sensazioni dolorose, i fattori scatenanti e aggravanti: certi cibi, ma anche il freddo, il caldo, la stagionalità, circostanza quotidiane e soprattutto emozioni negative e i conflitti. Il rimedio individuato porta equilibrio nella sfera emozionale, nei desideri alimentari e nella capacità dell’organismo di tollerare meglio i cibi che fanno male; attiva processi riparatori della mucosa e modula la secrezione acida e la peristalsi.

Scegliere la medicina omeopatica significa fare una scelta di vera autoguarigione della totalità della persona; una guarigione profonda e duratura che genera vera salute.

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