Diario di un omeopata preso dal Covid. 2° parte. Una memoria scomposta

18 Marzo, 2023
Tempo di lettura: 6 minuti

È iniziato il report dei contagi.

In Lombardia risultano contagiati dal Coronavirus un paziente trentottenne, la moglie incinta, il figlio di un barista di Castiglione d’Adda, tre clienti del bar e due passanti. I passanti dovevano passare molto vicino o magari stazionavano davanti al bar a parlare; sono inoltre risultate positive altre nove persone, fra cui 5 operatori sanitari e tre pazienti dell’ospedale di Codogno dove erano stati ricoverati i primi contagiati.

A Piacenza chiudono le scuole e tutte le attività sociali.

Le future mamme hanno paura. Dal momento in cui è apparsa la notizia della professoressa di Codogno, incinta di otto mesi, ricoverata all’ospedale Sacco dopo essere stata contagiata dal marito, si moltiplicano dubbi e domande. E medici di famiglia, pediatri, ginecologi, sono tempestati di chiamate per sapere come evitare i rischi, come tenere al sicuro i figli in arrivo.

Quali sono le precauzioni per le gestanti? Uguali a quelle di tutti gli altri: lavarsi le mani spesso e bene col sapone (almeno non ti dicono la marca), evitare luoghi e contatti a rischio.

Devono stare tranquille le future mamme: “il pericolo per loro non è maggiore o diverso che per il resto della popolazione”.  Come fanno ad essere così sicuri non è però così chiaro visto che pure il virus è neonato.

Oggi il Sig. S. mi ha raccontato che il dramma della sua vita è quello di non aver potuto avere figli, nonostante non siano sorti problemi di sterilità evidenti né per lui né per sua moglie. Entrambi hanno escluso sia la procreazione assistita che l’adozione per motivi che non sono riuscito ad afferrare bene. Hanno cercato per anni le possibili cause di quel 25,43% di situazioni in cui un rapporto tra due persone con tutte le caratteristiche per procreare non andasse a buon fine.

Ma adesso sono rinati. Lo scoppio dell’epidemia di Covid giustifica largamente l’impossibilità a procreare. “Era tutto scritto, siamo stati fortunati” – conclude il sig. S. che finalmente ha trovato un senso al suo destino.

Il mondo intero o quasi è sotto assedio. Il virus per ora sta risparmiando solo l’Africa sub-sahariana che ha già i suoi guai. Oramai siamo nel baratro.

Come possibile che sia così spietato con gli umani? Deve avercela proprio con noi per infliggerci tali patimenti visto che non colpisce per niente il mondo animale.

Anche gli animali domestici sono risparmiati. Se una parte della popolazione si estingue rimarranno un sacco di animali domestici abbandonati, che finalmente potranno liberarsi dal giogo del padrone anche se non se la caveranno tanto facilmente.

Intanto i cani vanno a ruba, se hai un cane si può andare in giro senza problemi. È previsto un utilizzo ad hoc e condivisione condominiale del cane che si chiederà perché prima doveva guaire ore davanti alla porta per essere portato fuori, adesso viene portato in giro giorno e notte nei posti più disparati, da vicini e parenti di età variabile.

La paura dilaga velocemente. Il contagio, l’untore, il sacrificio umano. La paura è che diventi concreta la minaccia di una pandemia globale e davvero capace di mettere a rischio la stessa sopravvivenza dell’umanità, o, in subordine, di falcidiare una quota paurosamente alta della stessa, come successe in Europa con la peste nera.

Si cerca di esorcizzare il pericolo. Papa Francesco prega davanti al Crocifisso che nel 1522 venne portato in processione durante la “Grande Peste”.

La stessa OMS che fino a poco fa ridimensionava il tiro e declassava il virus a poco più che un influenza, sta facendo dietro-front, ma gli stessi organismi istituzionali non sanno che pesci prendere.

Intanto c’è il ritorno in auge dei cinesi che inviano le loro mascherine, oltre ai ventilatori e altri DPI… Forse si sentono in colpa per via del pangolino.

A fine marzo stando a un sondaggio di Swg il 52% degli italiani considerava la Cina un partner amico, contro il 10% di gennaio. Al contrario, il sostegno alla UE scende dal 42% di settembre al 27%.

Ma non tutto è così mortifero, i media stanno portando alla luce nuove parole magiche:    Lockdown, RO, droplets, proteina Spike, mentre volti nuovi cavalcano lo scenario mediatico. Sono eminenti virologi, (non i Pinguini Tattici Nucleari di Sanremo), che soverchiando gli epidemiologi soccombenti, dettano le regole di reificazione della Sanità Pubblica.

Galli, Pregliasco, Bassetti, Capua, Gismondo, Burioni (questo lo conoscevamo già), Ricciardi e così via sono oramai più famosi di Messi e di Maurizio Costanzo.

Le esternazioni di Burioni hanno scoperto e celebrato una lingua nuova, all’incrocio tra Scienza e social media, uno strumento evoluto di comunicazione, di divulgazione efficace e unico. L’uomo che combatte le fake news con le parole della Scienza.

Tra desideri e realtà

La gente chiama allarmata e agitata. Già prima dominava il panico figurati adesso. I pazienti chiamano, scrivono, mandano mail, vogliono capire. I rimedi omeopatici funzionano bene anche per l’ansia ma qui il carico si fa cospicuo e già non mi sentivo soddisfatto del mio lavoro, adesso ancora meno; ma come potrebbe essere altrimenti? Sarebbe come appagarsi intubando i pazienti in rianimazione.

Non si conclude mai, ne guarisce uno se ne ammalano due, in ogni momento è possibile un‘emergenza o meglio una grana intesa in senso di medico, come la richiesta di risolvere in modo rapido ed efficiente un problema senza poterlo fare. Dovresti essere abituato mi dico, in effetti ci si abitua, anche all’emergenza e al pericolo.

“Cosa ha studiato a fare?” Sembra che ti dicano i pazienti quando leggono le perplessità sugli esiti della cura e quando il mal di testa ritorna quando vuole lui. Come fai a spiegare che la medicina non ha niente di sicuro. Molti pensano che tu sia l’esperto e devi risolvere il problema perché hai competenze in merito. Un po’ come tutti i lavori, lo puoi fare bene e allora risolvi o male e allora sei un cane.

All’inizio viene l’ansia da prestazione, nel senso che ti dai da fare, sudi sette camicie e hai la sensazione di tappare i buchi e le falle che si ripropongono in modo imprevisto e ti senti da schifo. Solo qualcuno con uno spiccato delirio di onnipotenza non viene colpito dal senso di inadeguatezza. All’inizio non lo sai, non te lo dice nessuno, ma forse è meglio così, ognuno lo impara a proprie spese e non lo condivide.

I medici conoscono alla perfezione millimetrica il tragitto dell’arteria temporale o come si articola lo scafoide, ma nessuno ci racconta o semplicemente rammenta la possibilità di sentirti così male davanti a un paziente disperato o quando un senso di incapacità ti pervade di fronte a un problema insolubile alimentato dall’angoscia reciproca del nichilismo terapeutico.

Un panorama agghiacciante

Chiusura di asili, scuole e università prolungata per tutta la settimana corrente e annullamento delle manifestazioni carnevalesche previste per la giornata di domani. Niente carri a Viareggio. Niente rappresentazione di Burioni in cartapesta con la Corona.

Posso tirare lo stesso i coriandoli giù dalla terrazza? Chiede un bambino confinato e vestito da Zorro. Lui è a posto, ha già la mascherina. È il sogno di tutti gli studenti, scuole chiuse, professori a casa a lamentarsi, il preside a sistemare i registri elettronici.

Ma almeno lasciateci andare in giro! Belli distanziati, al mare, al lago, in barca a vela o in montagna, a respirare l’aria senza virus. Macché ci lasciano marcire nelle case, nei luoghi claustrali, più al chiuso stiamo meglio è. Non si può più neanche andare a trovare il nonno a Desenzano.

I luoghi religiosi hanno resistito un po’ di più per via dei sostegni dai piani alti, ma adesso, dal Vaticano a La Mecca, i principali luoghi di culto nel mondo stanno chiudendo l’accesso ai fedeli per fronteggiare l’emergenza. Non ha fatto eccezione nemmeno il Santuario di Lourdes, dove la Madonna senza pellegrini può finalmente prendersi una vacanza anche lei. Anche nell’ombelico delle religioni tira aria grama. Agli ultraortodossi che pregano davanti al muro del pianto, è stato ordinato di non toccare e baciare le pietre. Nella città vecchia di Gerusalemme il silenzio è pesante: turisti e pellegrini sono una specie in via di estinzione.

La popolazione italica controlla, vigila. La gente si nasconde dietro i cespugli per stanare il trasgressore. Se ti cala la mascherina sotto il naso anche se sei in un parco, sei finito, rischi il linciaggio o come minimo la contumelia.  Figurati dal macellaio, se ti avvicini troppo alla cassa ti chiudono nella cella frigorifera insieme ai quarti di bovino per congelare il virus.

I sanitari che si vedono nei filmati sono tutti bardati. Indossano tute bianche aerospaziali dal copricapo alle sovrascarpe. La gente li emula. Anche la mascherina vive non di sola necessità ma finalmente appaga coloro che amano simulare i chirurgi e affini nelle loro divise.

Una paziente sconvolta mi ha spedito una specie di poesia.

RIFLESSI (le mando questo scritto, lo legga poi mi dice che ne pensa)

Non si sente più il vociare della gente sulle scale

il grido dei bambini per strada appena usciti da scuola

le code interminabili ai caselli 

i voli in aereo e le vacanze esotiche

le salite sulle seggiovie e le cadute nella neve con gli sci

le visite ai musei capitolini

gli allenamenti sfiancanti di judo

la gente inferocita allo stadio

i funerali e i matrimoni sono banditi

le pasticcerie sono chiuse e il giro vita cala

le scuole pure e la cultura aumenta

senza le gite come si fa? e al baretto con i guanti sterili?

neanche al cine o all’oratorio

forse a Messa, ma chi ci va?

prima punivano i mascherati adesso è l’opposto

tosto tosto…

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