Diario di un omeopata preso dal Covid. 3° parte. Cul de sac

22 Aprile, 2023
Tempo di lettura: 6 minuti

Diario di un omeopata preso dal Covid. 1° parte

Diario di un omeopata preso dal Covid. 2° parte. 

Sorvegliare e punire

Sorvegliare e punire queste sono le parole d’ordine che arrivano dai guru della sanità nostrana (avessero letto Foucault, anche solo una riga).

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) assolve da anni al compito di realizzare sorveglianze sull’andamento di alcune, importanti, malattie infettive, sugli stili di vita e i fattori di rischio per la salute. L’ISS sorveglia e parla di stili di vita. Sic! Probabilmente sorveglia per fare in modo che la popolazione mangi più schifezze industriali, beva Coca Cola anche a colazione e rimanga allocata al proprio domicilio in vista di una auto carcerazione generalizzata.

Un nuovo dirigente sanitario tutte le sere fa la sua brava relazione. Il portavoce del nascente Comitato Tecnico Scientifico Franco Locatelli.  La voce del portavoce ricorda quella della gallina Tric-Trac della TV dei ragazzi anni ’60, che sa fare coccodè ma non sa fare le uova perchè è fatta di latta. Gli annunci sono sempre più laconici e spettrali e il ventriloquo Locatelli sembra indugiare nelle più lugubri e disperate dichiarazioni.

La popolazione subisce, attonita ma divisa, come sempre. Ci sono i fatalisti, i possibilisti, i negazionisti, i catastrofisti, i flagellatori ecc. che discutono sulla durata della permanenza del virus sulle superfici degli imballaggi. La psicolabilità degli italiani è fondata sulla carenza e sulla manipolazione delle informazioni. Tenere la gente nell’ignoranza è l’obiettivo storico di ogni regime anche se si autoproclama democratico. Ogni regime si serve dei media asserviti per manipolare le informazioni pro domo sua (Cicerone dixit).

L’italiano medio ubbidisce e segue pedissequamente le indicazioni della protezione civile. L’Amuchina va  a ruba. Un  flacone di amuchina costa fino a 120€ (parola di Amazon) invece dei 2.50 che costava un mese fa.  Adesso si disinfetta tutto, anche le suole delle scarpe, lo stuoino, l’esterno dei sacchetti di plastica del supermarket, i cani infagottati e i gatti domestici anche se non escono di casa, la tartaruga (solo la corazza) e finalmente abbiamo imparato a lavarci le mani. Prima ci mettevamo una media di sei secondi senza neanche quasi asciugarle, adesso invece si indugia passando dito per dito accuratamente per produrre l’allontanamento efficace del germe. Questo ci dà la motivazione necessaria per superare la sbrigativa attitudine infantile di lavarsi le mani senza attenzione; invece, adesso ce le laviamo come fanno i chirurghi veri, stiamo diventando grandi!  Anche uno starnuto o un colpo di tosse (tutti eventi esecrabili) vengono contenuti con indicazioni speciali: non più mano davanti alla bocca, ma tutto il braccio.

L’informazione verace

L’epidemia del Coronavirus è “accompagnata da una massiccia ‘infodemia’, almeno così dice l’OMS, ovvero si assiste a una ridondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno. Quello che sia “affidabile” però non è chiaro neanche a loro.

Ovunque si sente parlare di isolamento dei malati, quarantene, adozioni dei dispositivi di protezione individuale, limitazione agli spostamenti, distanziamento sociale.

Secondo l’ambasciata svedese, le Fake News le avrebbero lanciate proprio i media italiani generando  una «spirale di disinformazione» nel descrivere questa realtà e i suoi effetti.  Pur senza additare articoli o specifiche notizie false, l’ambasciata ha citato i quotidiani Repubblica e Corriere della Sera. In questi giorni anche alcuni giornali svedesi hanno accusato i media italiani di diffondere disinformazione sul paese. La disinformazione riguardo alla pandemia si riferisce alla manipolazione dei dati.

Mi viene in mente di cercare a che punto siamo in Italia sulla libertà di stampa e vedo che siamo al 41° posto dietro a Trinidad e Tobago. Anche il Burkina Faso e il Botswana stanno meglio. Siamo ufficialmente classificati come democrazie imperfette, ovvero come nazioni dove le elezioni sono libere e le libertà civili di base sono rispettate (si fa per dire), ma possono avere dei problemi (ad esempio violazione della libertà d’informazione).

Con il passare dei giorni l’allerta sul Coronavirus è tutt’altro che ridimensionata, e anche molte delle poche certezze sbandierate dalla scienza nelle ultime settimane, vengono rimesse in discussione. Tutto questo secondo il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus eritreo di Asmara. “Molte delle poche certezze” – direttore generale dell’OMS?

Gli omeopati cercano di organizzarsi e di trovare soluzioni mentre imperversano negli ospedali che cominciano ad affollarsi le terapie più disparate. Nomi di farmaci improbabili vengono dettati ai Tg: Abidol e Darunavir/cobicistat, Lopinavir/ritonavir, Remdesivir, Anakinra, Baricitinib, Sarilumab, Tocilizumab e così via. Anche gli omeopati non scherzano sulla varietà delle proposte: Anas barbarie, Baptisia tinctoria, Bacillinum, Pyrogenium, Influenzinum, si vanno a sommare agli ormai classici Eupatorium perfoliatum, Arsenicum album, Gelsemium, Bryonia.

Saranno questi a salvarci?

Mi sarei aspettato un intervento delle case farmaceutiche con la massiccia promozione di antivirali, tipo Tamiflu (Roche), come ai bei tempi, considerato come un argine contro la pandemia in attesa del vaccino. Forse se ne sono dimenticati, oppure perché il Tamiflu contiene l’Oseltamivir che dopo lunghe ricerche si è capito che deriva dall’anice stellato cinese. Non è che la guerra commerciale arriva fino questo punto? Non ci sarebbe da stupirsi.

I telegiornali mandano riprese dall’alto di elicotteri che sorvolano le spiagge alla ricerca dell’evaso. Quando ne trovano uno sguinzagliano veicoli dei carabinieri che inseguono il malcapitato. La voce fuori campo con tono concitato descrive l’eroica impresa. Poi il fuggiasco viene placcato come succede agli invasori dei campi di calcio. Tutti i litorali sono tornati come una volta, i pesci si rifanno vivi anche ad Arenzano e i polpi riprendono rapidamente le loro postazioni come in era pre umana.

Sulla terraferma i cinghiali e i caprioli non si possono capacitare dell’assenza delle mitraglie dei cacciatori.

Ai TG vanno molto anche i treni fermi per far scendere qualche caso sospetto. Dai finestrini si vedono i passeggeri inviperiti apostrofare il soggetto individuato come a rischio fatto scendere, condotto in una via crucis scortato di gendarmi. I ritardi sono amplificati e anche se siamo storicamente allenati, fra poco la gente non andrà più in treno né in aereo.

Un silenzio spettrale sta calando sulle città, rotto solo da qualche coretto patetico proveniente dai balconi e prodotto dai nostalgici degli inni e delle balere.

La stabilità è un’utopia

I pazienti comunicano le loro angosce. Alcuni si ammalano davvero, non solo di Covid. I bambini sono spaventati a morte, manifestano sintomi regressivi, tristezza, enuresi etc..  Negli adulti c’è un aumento dei consumi alimentare, del tabacco, dell’alcol ecc.

Una paziente mi scrive: la sottoscritta R.C. come da accordi presi Le vuole comunicare quanto segue: avendo l’ansia che l’attanaglia, ha cercato di misurarsi la pressione delle arterie con un apparecchio elettrico preso in prestito dalla famiglia di origine e ha scoperto un fatto singolare: che la pressione massima è minore di quella minima. Le chiederei gentilmente di spiegarmi questo: ho la pressione inversa? Se ho la pressione massima più bassa della minima cosa mi può succedere? Le chiederei di darmi una risposta rapida perché ho paura che mi venga un infarto anzi due.

Firmato R.C.

Da qualche anno molti indirizzano le mail usando le maiuscole nei pronomi forse per deferenza.  Prima lo facevano solo le segretarie dei politici nelle cancellerie ministeriali adesso lo si fa anche con l’idraulico, anzi specialmente con lui occorre la dovuta deferenza. “Mi si è guastato il rubinetto, anche lo sciacquone, di sicuro è il galleggiante, La prego è una urgenza, Le chiedo scusa per l’insistenza”.

La paura dilaga anche verso i famigliari. “Dottore ho paura che i miei genitori si ammalino, non li posso più vedere… in senso letterale. Stanno a casa da soli, si fanno portare la spesa che lasciano fuori dall’uscio come degli appestati. Lo stesso con la spazzatura che vado a prendere io. Ci parliamo attraverso la porta perché loro seguono solo quello che dice la TV e non aprono a nessuno neanche a me.

Si sta diffondendo in tutto il mondo, ma pian piano sta anche svelando i suoi segreti. Il nuovo Coronavirus è sotto la lente degli scienziati di tutto il mondo. Per combattere il nemico bisogna conoscerlo. Così sta succedendo per quello cinese: un team di ricerca tutto al femminile e tutto italiano è riuscito a isolare il virus aprendo così la strada alla comunità scientifica per sviluppare terapie mirate ed un possibile vaccino.

C’è chi invece si affida agli spiriti per avere una risposta. La negromante, ma forse adesso sarebbe meglio dire la “neromante”, di una paziente a cui è morto il marito, le ha detto che deve chiamare il suo medico tutti i giorni per rassicurarsi di non avere il Covid (anzi la Covid, è più corretto).

Lusingato della considerazione ho fatto presente che il marito potrebbe avere avuto una salute precaria, visto che è morto di malattia, e quindi sarebbe meglio chiamare il suo di medico, tutti i giorni. La paziente ha convenuto, seppur non ricordando chi fosse il medico del marito, che questa potrebbe essere un’idea che favorisce i contatti con l’aldilà per ottenere preziose informazioni su cosa intende fare questo virus, e già che c’è potrebbe anche dirci un paio di cosette che noi umani non abbiamo afferrato ancora bene. Amen.

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