Redazione

Dubbi e rischi della quarta dose agli anziani

Mentre Aifa e Ministero discutono se dare il via alle somministrazioni agli anziani, nel mondo scientifico si attendono nuove versioni più efficaci
2 Aprile, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

Ci risiamo: i casi stanno di nuovo aumentando e tra medici e cittadini si torna a parlare di benefici e rischi della quarta dose di vaccino. L’ulteriore somministrazione è già disponibile per alcune categorie di fragili e immunodepressi, circa 800mila persone. L’Agenzia italiana del farmaco, però, valuta di allargare il bacino almeno agli over 80, mentre le case farmaceutiche premono perché l’autorizzazione comprenda anche gli over-65, se non addirittura tutti i maggiorenni (come proprio in questi giorni ha chiesto Moderna alla FDA). Del resto, per quanto riguarda gli anziani, già altri Paesi hanno avviato le somministrazioni. Ma è davvero opportuno avere tutta questa fretta nell’iniziare le seconde dosi booster?

Dubbi e rischi della quarta dose agli anziani

Le perplessità che si alzano da più fronti sono molte. Come abbiamo avuto modo di vedere la contagiosità della variante Omicron, nella sua sottovariante B, è micidiale. I vaccini disponibili al momento, però, sono tarati ancora sul ceppo virale di Wuhan, molto diverso da quelli in circolazione ora. Contro la trasmissione delle nuove varianti questi vaccini sono davvero poco efficaci. Del resto questo nuovo picco di casi, con il 90% delle popolazione over 12 vaccinata, mostra in modo chiaro come i vecchi vaccini non riescano a contenere il contagio. D’altra parte, come vi abbiamo spiegato tempo fa, l’eccessiva sollecitazione del sistema immunitario con vaccini non aggiornati rischia di essere controproducente.

I vaccini aggiornati contro la variante Omicron

Per questi motivi secondo molti esperti è preferibile attendere vaccini aggiornati contro la variante Omicron, o contro le successive varianti che dovessero svilupparsi. Anche l’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali, vagliando i risultati delle quarte somministrazioni in Israele ha dovuto ammettere che la risposta immunitaria è molto al di sotto di quanto sperato. «Purtroppo il vaccino, sebbene protegga contro le complicazioni gravi della malattia, nella maggior parte delle persone ha durata piuttosto limitata per quanto riguarda la protezione contro le infezioni». A parlare è Andrea Crisanti, l’ormai famosissimo direttore del Dipartimento di Microbiologia molecolare dell’Università di Padova. «Più che bloccare la trasmissione bisogna proteggere i fragili, perché tutti questi decessi che vediamo ogni giorno purtroppo non sono persone che non hanno fatto il vaccino» ha concluso.

Un vaccino contro tutti i coronavirus

Attendere il giusto senza voler affrettare i tempi rischiando di fare pasticci, potrebbe portare risultati anche al di là delle aspettative. Sono in fase di elaborazione vaccini di ultima generazione in grado di proteggere da molteplici fattori di rischio. Il direttore dell’Istituto nazionale per le malattie infettive (Niaid) degli Stati Uniti Anthony Fauci ha parlato dei nuovi prodotti, basati su nanotecnologie innovative. Il primo obiettivo, quello che al momento pare più a portata di mano, è quello di un vaccino che protegga da tutte le varianti di Coronavirus. Ma Fauci, massima autorità mondiale sul tema, è ottimista sulla possibilità di arrivare alla creazione di vaccini universali, in grado di fermare tutti i coronavirus, anche quelli diversi dal Sars-Cov-2.

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